di Alfredo Morganti 12 gennaio 2016
L’intervista di Renzi a De Marchis su Repubblica di oggi sembra una minaccia: “Andremo casa per casa per raccontare l’Italia del sì”. State attenti, quindi, ci marcherà stretto, busserà alle nostre case, vorrà convincerci a dire ‘sì’ e magari lo farà elargendo un bonus caffè per far ‘ripartire’ (oltre all’Italia) anche i bar, non solo i ristoranti di Berlusconi pieni anche in tempi di crisi. Sarà uno storytelling ambulante, tipo cantastorie. Già me lo immagino con la chitarra al collo e le slides alle spalle, mentre racconta storie di gufi e di grandi riforme. Sarà una Leopolda moltiplicata per mille (lo dice lui stesso nell’intervista), una proliferazione di tavoli di discussione cortile per cortile, condominio per condominio e un profluvio di chiacchiere a chi sta zitto per ultimo.
Da quei tavoli (come spiega la Meli sul Corsera) sorgeranno i futuri dirigenti e i capilista del nuovo ‘Partito della Razione’ (curioso connubio tra quello della ‘Nazione’ e quello della ‘Ragione’, del quale ultimo oggi parla la Meli sul Corsera), dove ognuno sgomiterà per prendere qualcosa (la sua razione, appunto, di poltrone, sedie, panchine, puff, materassini, strapuntini o semplici mattonelle) e da lì ‘ripartire’ (aridanga!) per una brillante carriera di imbonitore a domicilio. I nomi dei testimonial da far scendere in campo il premier li ha tutti in mente. Il Direttore Sportivo del PD ha già contattato i loro procuratori. Sarà una campagna acquisti fantastica, con razioni per tutti. Colpi e fantasia al servizio della politica e dell’Italia che deve ripartire, che guarda avanti, che non si ferma, accelera, scatta, sorpassa, sguiscia e je la ammolla. Roba gajarda, insomma. E se andrà male e il plebiscito non ci sarà pazienza. In quel caso, come un novello Cincinnato, Renzi ha detto oggi a Rep.tv che lascerà la politica e tornerà a occuparsi soltanto del PD. Parola di Issindaho Leopoldo.