Fonte: facebook
di Antonio Napoletano – 2 0t0bre 2014
Riporto la notizia apparsa ieri sul “Manifesto” a firma di Jacopo Rosatelli, nella quale si dà conto dell’opposizione della SPD, per bocca del vicecancelliere e ministro dell’industria tedesco, Sigmund Gabriel, leader della SPD, alla ratifica della bozza di Trattato di libero scambio tra il Canada e l’Unione Europea, che nell’articolo è definito la: <<‘prova generale’ del ben più ghiotto TTIP, l’accordo di partnership commerciale fra UE e Stati Uniti>>.
La presa di posizione negativa da parte di Gabriel, che preannuncia opposizione nella Commissione Europea alla ratifica del trattato, presentata venerdì scorso a Ottawa, dopo mesi di trattative segrete, sarebbe dovuta – scrive Rosatelli – essenzialmente dalla presa di posizione unitaria della confederazione sindacale DGB.
In linea di principio gli accordi di libero scambio non sono rifiutati, ma – come si sottolinea nell’articolo – la loro approvazione <<è subordinata ad alcune modifiche. Prima fra tutte proprio l’eliminazione dei tribunali arbitrali, che la Commissione UE – come affermato ieri [lunedì] dalla futura commissaria al commercio, la liberale svedese Cecilia Malmeström – vorrebbe invece mantenere>>.
Il CETA, infatti, prevede l’esistenza di queste corti arbitrali presso le quali le grandi imprese multinazionali investitrici possano ‘denunciare’ le misure governative di Stati aderenti e giudicate sfavorevoli o ‘nocive’ agli interessi del ‘libero commercio’ e, quindi, delle multinazionali. A questo proposito, oltre all’ormai noto caso, che vede l’Argentina contrapposta a Fondi d’investimento speculativi americani, nell’articolo si cita la recente iniziativa della Philip Morris, la multinazionale del tabacco, che << ha portato l’Uruguay sul banco degli imputati per avere introdotto una legislazione anti-fumo>> come quella in vigore in Italia.
<<L’impresa chiede 25 milioni di dollari di risarcimento sulla base delle norme del trattato di libero scambio fra lo stato sudamericano e la Svizzera, dove ha sede l’industria. Iniziata nel 2010, la causa è ancora in corso>>.
Scetticismo sulla reale consistenza della contestazione di Gabriel e della SPD è stato espresso dalla LINKE. Infatti, la LINKE, a differenza della SPD, è contraria anche ad altri aspetti del Trattato UE-Canada e del tutto analoghi a quelli che sarebbero contenuti nel supersegreto TTIP, ancora in gestazione. Secondo la LINKE, in questi accordi, come sta scritto in questo col Canada giunto alla ratifica, si conviene sulla <<apertura del settore dei servizi pubblici (che vale una bella fetta del PIL) al mercato degli investimenti, cioè a ulteriori privatizzazioni massicce>>. Infine, esponenti della LINKE sottolineano il fatto che per il trattato Transaltalico (TTIP) si sta negoziando una clausola volta a <<impedire il ritorno in mani pubbliche di un servizio privatizzato in precedenza>>.