Profumo d’autunno

per Gabriella
Autore originale del testo: Corradino Mineo
Fonte: facebook

di Corradino Mineo – 6 agosto 2014

La prima buona notizia per Matteo Renzi viene da un sondaggio di Piepoli, pagina 11 de La Stampa. Gradimento personale ancora altissimo, di 20 punti superiore al risultato del Pd alle Europee. La seconda buona notizia arra dal Sole240re che onora la cambiale di credito al premier sbattendo a pagina 2 la stroncatura di Confcommercio: “invisibile l’effetto degli 80 euro” e aprendo  con il ministro Padoan, il quale ammette: “l’economia italiana peggiora”, ma poi con Renzi ripete: “la velocità delle riforme è tutto”.

Per il resto, questo mercoledì 6 agosto segna l’abbandono del sostegno entusiasta, e il passaggio nella zona della critica severa, da parte di molti opinion leader e dei grandi giornali. Corriere della Sera: “La ripresa non c’è, l’Italia arretra, i timori su conti e legge di stabilità”. Dario Di Vico firma un fondo dal titolo “Le speranze (mal riposte)”. Mentre, in prima, si dà spazio al ministro Orlando, forse “doroteo” come pretende Renzi, ma capace di brillare di luce propria: “Cambia la prescrizione”. Finalmente e dovrebbe tornare il falso in bilancio. Quanto alla riforma del Senato, il Corriere intervista Calderoli: “Sulle riforme troppe minacce e ricatti”. Il quale sostiene che “Le riforme non si possono fare così”.

E sul (quasi) incidente di ieri “a voto segreto un emendamento Casson, competenza al Senato anche per amnistia e indulto, non è passato “per 2 voti, 5 se si contano gli astenuti”. “Fosse stato un altro tema -spiega Calderoli- la maggioranza finiva sotto di 20 o 30 voti”.

La Stampa dedica al premier la “lettera aperta di un gufo”. Giovanni Orsina difende “i gufi professori, i gufi brontoloni e i gufi indovini” – come li chiama Renzi. Costoro hanno il diritto, anzi il dovere, di “gufare” perché avevano concesso al nuovo governo “un’apertura di credito senza precedenti” e tra “mettersi in marcia al seguito di un nuovo pifferaio” e fare il loro lavoro “onestamente e seriamente”, meglio l’ultima.

Repubblica: “Spending review, ecco tutti gli sprechi di enti e ministeri. Dossier di Cottarelli e Cantone: violate le norme. Confcommercio: 80 euro inutili. Scontro con Renzi. L’istat oggi annuncia: crescita meno 0,1 per cento”. Un bollettino di guerra. Poi sbatte in prima pagina Gustavo Zagrebelsky che coglie,nel combinato riforma del Senato- legge elettorale, la tendenza a “ridurre le Camere a registratori di decisioni dell’esecutivo…a costituzionalizzare la sudditanza: dal libero Parlamento della vecchia e stantia tradizione democratica, al libero Governo dell’epoca in cui “executive” è sinonimo di successo”. L’antiparlamentarismo – concede il professore- ha le sue ragioni: la corruzione, l’affarismo, l’opportunismo, l’inefficienza, la paralisi decisionale, l’incompetenza”. Ma “possono bastare, in una società segnata da profonde fratture, l’attivismo, il giovanilismo, il futurismo ottimistico sempre ostentato e regolarmente smentito, gli annunci e le promesse quasi sempre rimangiate, il nascondimento delle prove che ci dobbiamo preparare ad affrontare? Quale natura dimostrerebbe a breve il preteso governo dalle mani libere? O un qualche populismo o un qualche autoritarismo, o l’uno e l’altro”.

Sono uno dei 3 dissidenti che non erano presenti, ieri, al momento del voto segreto che poteva mandare sotto il governo. Il più colpevole, perché, presente, mi ero allontano per un impegno familiare non aspettandomi che si arrivasse a votare a quell’articolo. Mea culpa. Però, tutto sommato, meglio così. Questa pessima riforma va contestata a viso aperto, nel voto finale e con Renzi in aula.

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