di Alfredo Morganti – 20 luglio 2017
L’ex ministro Costa, uno che li conosce bene entrambi, dice che “i confini dell’appartenenza dividono delle persone che sono fatte per stare dalla stessa parte. Vale anche per Renzi e Berlusconi”. Così. Sembra proprio una confessione, come qualcuno che spifferi cose che, comunque, già si sapevano ma mancavano dell’ufficialità. Costa non dice che i due tramano per fare un governo assieme, se non un partito. Questo no. Ma dice che sono fatti per stare assieme, per andare oltre i confini. Sono due che si capiscono, che potrebbero, ne deduciamo, dar vita a una esperienza comune di governo. Più che una nostra deduzione, in realtà, sembra di più un auspicio di Costa, e di chissà quanti altri ‘moderati’, piddini compresi.
D’altronde pare che gli elettori del PD che si dichiarino di sinistra sono il 28% (ho letto il dato da qualche parte ma non ricordo dove). Tutti gli altri sono orientati diversamente, dal centrosinistra sino alla destra. Un minestrone di tendenze disparate che testimoniano già l’avvenuto salto dei confini, la mescolanza futurista, quale viatico alla futura fusione PD – FI (che ne dite di ‘Forza Democratici’?), o almeno a una collaborazione di governo con Renzi a Palazzo Chigi e, magari, Berlusconi al ministero per le comunicazioni. Larghe intese? Macché. Strettissime intese, invece, anzi personali. D’altronde, se saltano i confini (ideali, politici) e si collabora sulla base di un ‘idem sentire’ (come direbbe Bossi), la politica finisce, diviene un’intesa caratteriale, istintiva, di due uguali, quasi in simbiosi, incidentalmente capitati su fronti opposti, ma pronti a cancellare il confine che li divide con pena reciproca. Sentite Costa, sentite. Ve lo dice lui.