di Marigo Giandiego – 20 agosto 2014
Socialismo non è un modo moderato di definire un sottoprodotto del comunismo, ma una visione, marxista, rivoluzionaria ed alternativa a questo sistema che non comprende la preponderanza d’un partito di avanguardie autorizzate a detenere il potere da una misteriosa esenzione dalla corruzione assoluta ch’esso provoca. Deve divenire discussione del potere stesso ed implementazione e proposta di comportamenti e culture altri e diversi da quelli, proposti ed imposti dall’ Elite di turno al potere. Il socialismo nasce per mettere in discussione i rapporti di forza e quindi anche se stesso, per dare opportunità, per sostituire la competizione con la solidarietà, la verticalità con l’eguaglianza, la proprietà privata con la condivisione. Il dominio del pianeta con l’appartenenza … è quindi per sua natura libertario e tende alla discussione di ogni potere, perché non esiste un potere buono … ed è per questo motivo che non si accetta la prima definizione di cui abbiamo parlato, perché si ha il coraggio di dubitare persino di se stessi e di sottoporsi al giudizio inappellabile del popolo. Le forme di organizzazione graduali possono essere svariate ma tutte devono sottostare al “controllo democratico dal basso”, unica vera garanzia d’ogni successo, e questa accezione deve essere, non solo difesa, ma diffusa ed insegnata laddove serva, in modo orizzontale e circolare. Questa orizzontalità è nella creazione delle metodologie di governo e nel loro ferreo controllo, non già nell’implementazione e nella legislazione dei modi d’attuazione, atto per altro dovuto e formale ( quindi remunerato con equità e moralità assolute) dopo che la necessità e la definizione della scelta sia stata compiuta in modo realmente democratico ed inclusivo.
(GIANDIEGO)