di Antonio Napoletanosu facebook 23 giugno 2014
La dico cosi’ come mi viene e mi viene veramente molto male. Come e’ ormai noto un gruppo abbastanza folto di compagni e amici di disparate provenienze (sindacato, rete network socialista, sindacalisti, qualche esponente del pd ‘sinistro’) insieme a un gruppo di giovani e valenti economisti stanno organizzando un comitato referendario per la raccolta di firme volta all’abolizione del pareggio di bilancio in costituzione.
Non giudico la possibilita’ o meno se la materia e/o i quesiti referendari passeranno il vaglio preventivo della loro ammissibilita’. Su questa faccenda sospendo, per cosi’ dire, il giudizio.
Quello che mi fa incazzare e trovo scandaloso (lo so in politica non bisognerebbe mai adoperare questo termine, ma altri non me ne vengono a quest’ora) e’ che molti di quelli che allora – quando la cosa senza tanto ne’ quanto venne sottoposta al parlamento e da questo approvata senza neppure dire be’) e’ che quegli stessi che l’approvarono senza fiatare oggi ci propongono di ricorrere all’alta corte per abolire l’obbrobrio.
Ora, io capisco tutto e il suo contrario, ma francamente trovo indecente che chi avrebbe dovuto essere il primo difensore della carta (“la piu’ bella del mondo”, che detta cosi’ sembra il refrain di buscaglione) prima se l’e’ messa sotto piedi eppoi, a cose ampiamente sfatte, ci viene a dire di rimettere insieme le uova della sua frittata!
E’ una vergogna indescrvibile. Una ignavia senza fondo. Una porcheria che solo in paese del tutto fuori di se’ puo’ darsi come normale ripensamento (di fessacchiotti? O di felloni?).
Ora pero’ questa trovata capita proprio nel bel mezzo delle turboriforme renziane (in combutta con quei noti democratici e galatuomini che rispondono al nome di Berlusconi e Calderoli). Turboriforme da vomito costituzionale e che, dopo il flebile ‘non ci stiamo’ dei 14 senatori PD (peraltro rientrati al primo stormir di frusta del loro capogruppo) non hanno dato adito a niente di niente, nonostante le ripetute glosse dei vari Cuperlo, Fassina, Bersani, perfino di D’Alema annunciate ma mai portate a un livello avvertibile di scontro politico e di contenuto. Insomma stiamo entrando nel monocameralismo imperfetto senza la minima idea di che cosa e dove si posera’ alla fine la turboriforma renziana. Il tutto sta avvenendo nel vuoto pneumatico. E tranne i ‘professoroni’ e da ultimo il vecchio Scalfari nessuno (di quelli che dovrebbe) fiata.
I molti ‘diversamente renziani’ se ne guardano bene e gli altri o sono complici o – come il caso di SEL in via di spappolamento – non sono stati capaci di fare di questo abominio una campagna di massa, una proposta di resistenza di massa, ne’ di aprire confronti ravvicinati per allargare il piu’ possibile lo schieramento dei resistenti allo scempio costituzionale. E semmai da qui preparare il terreno per l’immediata apertura di una campagna per la bocciatura popolare (nei referendum approvativi frutto della manomissione pure quella nel silenzio piu’ assoluto dell’art. 138).
Dunque, logica vorrebbe che di questo si parlasse, su questo si facesse opera di sensibilizzazione di mobilitazione. Invece niente. Le turboriforme saranno con ogni probabilita’ approvate eppoi gli stessi che le hanno disciplinatamente votate, magari in largo comitato unitario, verranno a chiederci tra qualche tempo le firme per rigettarle.
Ditemi voi se questo non e’ un paese destinato a scomparire.