di Luigi Altea – 24 luglio 2016
E’ stato detto, e viene puntualmente ripetuto, da Barrack Obama in giù, che quando i terroristi organizzati, i terroristi improvvisati e i terroristi squilibrati, fanno strage d’innocenti in Europa, non commettono soltanto un crimine contro Parigi, Nizza e la Francia, contro Londra e l’Inghilterra, contro Bruxelles e il Belgio, contro Madrid e la Spagna, ma commettono un crimine contro tutta l’umanità.
Giusto, giustissimo!
Talmente giusto che il concetto, prima che ci fosse ricordato dai nostri governanti, ci è stato consegnato, perfino come precetto, da testi sacri e antichi, e dai loro profeti.
Ieri a Kabul ottanta persone innocenti sono morte per mano terroristica.
Altre centinaia e centinaia di persone innocenti sono morte nelle settimane e nei mesi scorsi, in Nigeria, Pakistan, Congo, Mali, Centro Africa e in tanti altri paesi lontani…
Ieri nessuno si è affrettato a dire che la strage di Kabul è un crimine contro l’intera umanità.
Sembrerebbe, dunque, che l’umanità sia identificabile con l’Occidente e che l’Occidente equivalga e inglobi l’umanità tutta intera…
Ieri sera i palazzi e i monumenti simbolo di New York, Parigi, Londra e Roma non si sono accesi con i colori della bandiera dell’Afghanistan…E spenti sono rimasti, sempre, quando a morire ammazzati sono stati uomini, donne e bambini di paesi lontani…
Spenti, come spenti restano, sempre, i nostri statisti, anche quelli che consideriamo “illuminati”, ma che si illuminano ad intermittenza, secondo gli impulsi identitari che stimolano il loro senso di appartenenza ad uno Stato, ad un sistema d’interessi, ad una religione, a una razza…
Se anche un Presidente nero, premio Nobel per pace, sfugge al più elementare principio di uguaglianza, e lascia intendere, anche se involontariamente, che ci sono parti di umanità più umane di altre….vuol dire che oltre al male terribile del terrorismo che ci affligge e che ci insanguina, c’è un altro male che ci perseguita.
Un male, un nostro male “occidentale”, che viene da molto più lontano, e che non riusciamo ad estirpare, perché attraversa il cuore stesso di noi “civilizzati”, e ha messo ormai robuste radici nella nostra cattiva coscienza.