Dopo tangentopoli, affittopoli, vallettopoli, villettopoli, ricattopoli, calciopoli, sanitopoli, sprecopoli, concorsopoli, parentopoli, ricettopoli ecco molestopoli! In America è scoppiato il caso di Weinstein , ex produttore della Miramax e predatore seriale, che secondo le più recenti stime dovrebbe aver molestato 93 donne. Asia Argento è stata una delle prime a denunciarlo. Molti l’hanno attaccata o difesa per partito preso. Molti l’hanno attaccata perché non piaceva loro il suo personaggio e perché donna di sinistra, appartenente ad una famiglia di sinistra. Molti l’hanno difesa sempre per le stesse ragioni. Sono fioccate querele e sono nate polemiche. In Italia Miriana Trevisan ha accusato Tornatore di molestie e dieci ragazze hanno accusato Fausto Brizzi tramite il programma televisivo “Le iene”. In rete è diventato famoso l’hashtag “Quella volta che”, scaturito da una lettera di Giulia Blasi. Ci sono femministe che sostengono che ciò non sia sesso ma solo abuso di potere e prevaricazione. Sempre secondo questa scuola di pensiero tutto dipenderebbe dal patriarcato. Secondo Laura Boldrini manca l’educazione di genere. L’opinione pubblica si è divisa. Ci sono colpevolisti e innocentisti. Alcuni garantisti hanno paura di un effetto domino e di una caccia alle streghe, anzi di una caccia al mostro da sbattere in prima pagina. Maria Elena Boschi legittimamente ha dichiarato che tante ragazze vanno in televisione ad accusare molestatori, mentre sono poche davvero coloro che vanno al commissariato. Accade questo per sfiducia nelle istituzioni o per altro? In Italia si fanno i processi sommari in televisione e sui giornali, mentre una persona dovrebbe essere considerata innocente fino al terzo grado di giudizio. Eppure anche il mondo del giornalismo ad esempio non è immune da questo fenomeno delle molestie. Si pensi ad Olga Ricci(pseudonimo) che ha aperto il blog “Porco al lavoro” e che ha scritto anche il libro “Toglimi le mani di dosso”. Nessun ambito è escluso. In Italia però l’ultima ricerca sulle molestie sul luogo di lavoro è una indagine Istat del 2009. C’è chi sostiene che bisogna schierarsi sempre e comunque dalla parte delle donne. È difficile stabilire chi abbia ragione. Bisognerebbe aspettare le sentenze dei giudici. C’è chi dice che le denunce sono state troppo tardive e sono dovute solo ad esibizionismo e opportunismo. Altri invece ritengono che l’elaborazione del trauma e la paura di subire danni alla carriera determinino un outing fatto a distanza di anni. Va detto che la legislazione americana e quella italiana differiscono sostanzialmente anche nel caso di stupro e molestie. In Italia questi reati vanno in prescrizione dopo sei mesi, mentre in America non vanno in prescrizione. Quindi se una ragazza accusa dopo anni qualcuno in Italia può essere condannata per calunnia o diffamazione. Non solo ma bisognerebbe sempre distinguere nettamente tra proposta indecente, ricatto sessuale, molestia sessuale, abuso, violenza sessuale. Oggi a mio avviso c’è la caccia al mostro. Però io ho i miei dubbi. Le starlette potrebbero andare a caccia di notorietà e visibilità. Alcune potrebbero volersi vendicare per non essere diventare le protagoniste di un film. Inoltre quando una donna accusa un uomo di molestie è favorita da quel che definiscono “una presunzione di credibilità”. Un tempo le donne non venivano credute ma oggi il clima è completamente differente. Si crede incondizionatamente alla donna. Le molestie sessuali spesso dipendono dalla percezione soggettiva della presunta vittima. Spesso non ci sono prove. Tutto accade in una stanza tra due persone. È stato abuso? Era consenziente? Non ci sono riscontri oggettivi. Va detto anche che a distanza di tempo si possono creare dei falsi ricordi. La memoria può ingannare. Sulla sindrome della falsa memoria è stato detto tutto e il contrario di tutto dalla comunità scientifica. Non solo ma secondo alcuni, ritenuti retrogradi a torto o a ragione, una donna non dovrebbe essere mai una sprovveduta e dovrebbe anche sapersi difendere. Non dovrebbe perciò mai trovarsi in situazioni imbarazzanti come trovarsi sola al cospetto di un uomo malintenzionato in un luogo equivoco. Ricordo anche che non ci sono solo i ricattatori sessuali. Secondo Flaiano le “spaccadivanetti” erano sempre esistite nel mondo del cinema. Ci sono sempre state donne disposte al compromesso. Le signorine Gradisca ci sono sempre state nei confronti di uomini ricchi e potenti. Lo stesso dicasi per ragazzi disposti a compromessi per lavorare con Pasolini e Visconti come ricordano intellettuali non più giovani. Non è forse che alcune starlette accusano di molestie un potente solo perché questo non ha mantenuto le promesse fatte? Quello che probabilmente manca in tutti gli ambiti lavorativi italiani in tema di molestie è un codice di regolamentazione. Infatti tutti teoricamente hanno il diritto di stare bene sul luogo di lavoro, anche se una certa dose di conflittualità viene ritenuta fisiologica in Italia. Inoltre anche se l’uomo viene assolto dal reato di molestie è marchiato a vita. Essere accusati di molestie è una accusa infamante, che nessuno riesce a togliersi di dosso. Una cosa che non mi va bene è che in Italia non si abbiano delle priorità. Il nostro è il Paese per antonomasia dei femminicidi e ultimamente si parla solo di molestie nel mondo del cinema. Prima invece bisognerebbe considerare la violenza fisica più estrema e poi quella psicosociale. Nel frattempo però in America Weinstein è stato condannato. Asia Argento aveva comunque ragione. Ma la strada da fare è lunga.
Su molestopoli…
Autore originale del testo: Davide morelli
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