“ti taglio la gola”! Manifestanti contrari al Green pass aggrediscono il giornalista Francesco Giovannetti

per mafalda conti
Autore originale del testo: Gianni Cuperlo
Il video toglie le parole. Si sente il giornalista, Francesco Giovannetti, rivolgere qualche domanda a un gruppetto di manifestanti contrari al Green pass. Poi uno di questi lo apostrofa in malo modo intimandogli di andarsene altrimenti “ti taglio la gola”. Il giornalista gli chiede conto della frase e allora quello si gira e lo colpisce al volto con una sequenza di pugni.
Sapete di altri episodi che allarmano.
Il virologo Bassetti inseguito a Genova fin sotto casa; la cronista di Rai News 24, Antonella Alba, definita “giornalista terrorista” durante un raduno dei No Green pass sabato scorso. Per domani i fascisti di Forza Nuova hanno annunciato un blocco delle stazioni (che sono certo verrà prevenuto dal Viminale).
Ora, al netto della solidarietà e vicinanza a chi è rimasto vittima di violenze e minacce, a me colpiscono due cose (tra le altre).
La prima è che in casa del tizio pugile la polizia ha trovato tre carabine, un fucile e una pistola. Tutto denunciato perché il signore ha (cioè, aveva perché glielo hanno ritirato) un regolare porto d’armi. Ecco, solo per capire e confesso la mia ignoranza: ma non si fa qualche verifica prima di concedere quel genere di licenza? Per dire, se devi rinnovare la patente fai una visita medica e devi leggere le lettere a una certa distanza e se scambi una “A” alta dieci centimetri con una “Z” è possibile che la patente non te la rinnovino. Allora, non che voglia semplificare il quadro però per concedere il porto d’armi, si potrebbe chiedere al candidato: “Senta, lei che opinione ha su AstraZeneca?”. Se quello si alza e parte con un destro micidiale sulla mascella del dottore, allora puoi supporre che la carabina non gli servirà solo per i tordi ma anche, potenzialmente, per “giornalisti impiegati” e “medici corrotti”. A quel punto non solo sarà bene negargli il porto d’armi ma sottoporlo a un Daspo a vita da assembramenti e manifestazioni.
L’altra considerazione è su chi cavalca queste piazze e agita sentimenti che, in alcuni casi, andrebbero gestiti con un di più di persuasione su base razionale (quanti no vax dovranno ancora uscire morti dalle terapie intensive prima che la razionalità prevalga?). Il punto però sono forze organizzate della destra neofascista che scelgono questo terreno al solo scopo di fomentare scontri e acquistare il consenso di qualche disperato. Ecco, verso queste componenti e chi le pilota (non dovrebbe essere complicato individuarli) sarebbe sacrosanto che si agisse con la rapidità e il rigore necessari. Perché parole, insulti e pugni fanno male. Ma in mezzo a quei gruppi c’è altro, e non da oggi: c’è una strategia tecnicamente eversiva che lo Stato ha il dovere di individuare e reprimere.
Va fatto prima che dagli episodi allarmanti di questi giorni si passi a scenari peggiori e siccome questo paese non coltiva la memoria sarà bene prevenire prima di doversi pentire dell’aver sottovalutato clima, rischi e soggetti.
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