Fonte: Il Fatto Quotidiano
Non per tutti la prospettiva di una imminente fine del conflitto tra Russia e Ucraina è una buona notizia. L’idea che bastasse uno sforzo infimo per avvicinarsi alla pace più di quanto le armi e la pseudo-diplomazia avessero fatto in quasi tre anni lascia attoniti diversi commentatori ed esponenti politici, secondo cui l’interpretazione, a questo punto, non è che una: ogni accordo mediato da Donald Trump sarà un regalo alla Russia.
Su questi presupposti, cui si innesta l’irrilevanza dell’Unione europea (per colpa di Trump e Putin o per colpa dell’Ue?) c’è di che disperarsi.
Pina Picierno, europarlamentare Pd: “Confesso che non sono stupita dai commentatori che si definiscono comunisti, stalinisti o putiniani tutti eccitati per le parole dell’estremista di destra Trump. Per noi, democratici ed europei, è il tempo di decidere se essere solo un pezzetto di Risiko in cui altri tirano i dadi o se essere un continente libero e forte”.
Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva: “Trump e Putin, come novelli Molotov e Ribbentrop, minacciano di spartirsi l’Ucraina contro la volontà del suo popolo e sotto il naso dell’Unione europea “.
Alessia Morani, ex parlamentare dem: “Non mi sono mai sentita così spaventata e sgomenta. La più grande democrazia al mondo è in mano a un presidente che pensa di fare ‘affari’ con gli autarchi e criminali di guerra. Trump ha regalato a Putin la vittoria che non aveva ottenuto sul campo”.
Carlo Calenda, leader di Azione: “Trump attacca gli alleati democratici e si arrende a Putin. Tocca all’Ue assumere la leadership del mondo libero. In caso contrario, cadremo un pezzo alla volta stritolati dagli autocrati e dagli oligarchi”.
Alan Friedman, giornalista: “Trump ha tradito l’Ucraina e l’Europa. È l’idiota utile di Putin”.
Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali: “Le premesse sono quelle di un patto leonino, non di un accordo ma dell’imposizione all’Ucraina della volontà di Putin. Se la strategia di Trump per far finire la guerra è sospendere l’assistenza all’Ucraina, vincerà il Nobel per l’ipocrisia e la vigliaccheria”.
Gianni Riotta (La Stampa): “L’Ucraina è sola oggi, domani saranno soli Polonia, Paesi Baltici, Europa contro Putin, ricordatelo. Ai troll russi e filorussi di casa questo tweet non è piaciuto, fatelo girare”.
Claudio Cerasa, direttore del Foglio: “Quando nel 1938 si tentò un appeasament con Hitler si pensò di arrivare a una pace duratura concedendogli tutto ciò che voleva, poi le cose sono andate in maniera diversa. Oggi Trump e Putin giocano sulla pelle dell’Ucraina e dell’Europa”.
Giancarlo Loquenzi (Radio 1): “Vedo il tripudio di putiniani che possono definirsi trumpiani senza cambiare una virgola delle loro convinzioni e atteggiarsi a vincitori”.
Marco Taradash, ex deputato radicale: “Se noi Ue non salviamo l’Ucraina diventeremo i nudi vassalli di Putin e il luccicante parco giochi degli oligarchi trumpiani”.
Infine Jacobo Iacoboni, giornalista della Stampa. Sul tema consegna un tweet affranto: “Mentre irresponsabilmente si parla di ‘progressi’ presunti nella trattativa di pace Trump-Putin, lo stato criminale russo bombarda quotidianamente anche Kyiv – non solo le città orientali e meridionali”. Poi però si consola con la “ex moglie di Usmanov” che si è finalmente “dimessa da capo della federazione russa di ginnastica dopo un conflitto con Alina Kabaeva, amante o seconda moglie di Putin” e si concentra su una nuova base russa in Sudan. Come se non fosse abbastanza, in questi giorni tocca a Iacoboni condurre Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio3. Così di prima mattina gli tocca pure leggere i “putiniani” in festa.
Begli amici
(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) Fra le vedove di guerra che strillano come prefiche e lacrimano come salici perché in Ucraina si rischia la pace, svettano per comicità Vittorio Emanuele Parsi, che è un po’ il Nostradamus dei nostri tempi, e per illogicità Paolo Mieli, noto storico. Parsi – quello che “Putin non mangia il panettone”, “la Russia è isolata nel mondo” e “vince l’Ucraina” – spiega a Trump quali sono gli “interessi americani” perché lui li conosce bene, mentre il presidente americano è “poco informato”: infatti “Putin porta a casa tutto quello che vuole”. Sfugge all’informatissimo Parsi (insegna addirittura all’università) che Putin, se porta a casa qualcosa, è perché ce l’ha già e l’ha pure annesso in tre anni di guerra che, per l’informatissimo Parsi, la Nato avrebbe vinto a mani basse e invece purtroppo ha perso a rotta di collo. Mieli ce l’ha con l’Ue e Biden perché non sono stati abbastanza guerrafondai: “Hanno gareggiato nel consegnare in ritardo gli aiuti all’Ucraina, hanno sempre cercato pretesti per non pagare la quota dovuta” (dovuta in base a non si sa quale norma, visto che Kiev non è né Ue né Nato). Siccome Ue e Nato hanno scucito all’Ucraina circa 320 miliardi di dollari in tre anni, sarebbe interessante sapere quanti avrebbero dovuto buttarne per sconfiggere la prima potenza nucleare: 500, mille, 10 mila?
Se questi storici studiassero almeno la cronaca, saprebbero che la fase di massimo e puntualissimo riarmo ucraino fu la famosa controffensiva primavera-estate 2023, spacciata dai Parsi e dai giornaloni come risolutiva per liberare i territori occupati (metà Italia) e finita con più conquiste dei russi sulla difensiva che degli ucraini all’offensiva. Al prezzo di 100 mila morti e mutilati ucraini in sette mesi. Dopo la disfatta, Ue e Usa iniziarono a centellinare gli aiuti perché avevano le casse e gli arsenali vuoti. Ma la guerra era già strapersa, come peraltro lo era dal primo giorno, vista l’indisponibilità di Usa, Nato e Ue a inviare truppe e scatenare la guerra mondiale atomica. Fra l’altro uno storico dovrebbe sapere che Trump non ha inventato nulla: quella di usare, spremere fino al midollo, mandare al macello e poi scaricare l’“alleato” di turno è una vecchia usanza degli Usa. Per informazioni, rivolgersi a Vietnam, Balcani, Afghanistan, Iraq, curdi, Libia e “primavere arabe”: prima spinti alla guerra, poi lasciati soli a seppellire i morti, a raccogliere i cocci e a pagare il conto. Ora tocca agli ucraini e alla Ue. In attesa del prossimo gonzo che ci casca.
Ps. Paragonando la Russia al Terzo Reich e scordandosi i 28 milioni di morti sacrificati dall’Urss per sconfiggere il Terzo Reich, Mattarella è riuscito nella mission impossible di far passare dalla parte della ragione la portavoce russa Zacharova. Geniale.