Dopo la crisi è un vero caos. Gran parte della colpa a mio modesto avviso è di Renzi, che secondo il grande politologo Pasquino è un “megalomane, invidioso di Conte”. Secondo Pasquino la crisi sarebbe dovuta a personalismi. Ma se tutto fosse pianificato? L’idiosincrasia non potrebbe essere una spiegazione di comodo? In questo mistero fitto preferisco non addentrarmi. Aggiungo io che questa crisi sembra essere stata determinata da Italia Viva che è attualmente al 2%. Italia Viva più che l’ago della bilancia mi sembra l’ago di una bussola smagnetizzata. Qualche sostenitore di Renzi potrebbe controbattere che aveva le sue ragioni ed un valido contropiano per il Ricovery. Altri potrebbero obiettare, esclamando “propter hoc” e affermando che la crisi era già in corso da tempo; secondo questa scuola di pensiero Renzi non avrebbe causato la crisi ma l’avrebbe solo “ufficializzata” (forse uso impropriamente questo termine). Non sono un fine commentatore politico, però le alternative dovrebbero essere le seguenti: Conte bis coi responsabili, Conte bis con Italia Viva, governo istituzionale con tutti dentro, maggioranza Ursula(cioè PD, cinque stelle e forzisti), elezioni anticipate. I politologi ipotizzano già diversi scenari se si andasse alle elezioni. Quasi certamente vincerebbe la destra: la destra che ricatterebbe e comanderebbe a bacchetta i forzisti. La politica italiana è in una situazione di stallo perché è difficile trovare una maggioranza. Forse prevarrà come collante l’obiettivo di non far vincere una destra antieuropeista alle elezioni. Forse sarà solo questione di spartizione di poltrone e una o più forze politiche si limiteranno ad alzare la posta in palio. Si parla di transfughi. Forse la legislatura verrà blindata, dato che alle prossime elezioni ci sarà la riduzione del numero dei seggi dei parlamentari. Per quanto riguarda l’alternativa del “minestrone”, cioè del governo istituzionale con tutte le forze politiche bisogna vedere se sarà finalizzato a governare tutta la legislatura o se avrà come scopo quello di portare il Paese alle elezioni anticipate. C’è chi ritiene che la maggioranza, indipendentemente dal tipo di governo, sarà più debole e probabilmente arriverà alla elezione del presidente della Repubblica per poi cadere. Insomma è un bel guazzabuglio. Nel frattempo il debito pubblico è al 160% del PIL e i politici devono utilizzare BENE gli aiuti del Recovery. La situazione è molto preoccupante da qualsiasi prospettiva la si voglia vedere. E se in futuro arrivasse la Troika? Allora il popolo italiano sarebbe costretto a grandi sacrifici, a versare lacrime e sangue per l’austerity che questo organismo impone sempre. Oppure anche la Troika è un elemento fantasmatico di alcuni politici? Qui in Italia c’è la pandemia e la crisi di governo però gli italiani non si abbattono ancora, si sono ormai abituati alla situazione. È come se vivessimo in una casa pericolante, che può crollare da un momento all’altro, e vivessimo incuranti, addirittura sprezzanti del pericolo. Il popolo italiano tutto sommato sa far fronte egregiamente alle difficoltà. Riesce a vivere con una certa leggerezza e nonchalance. Sembra che la settimana qui in Italia finisca “sempre con un’aria da commedia americana” come cantava Lucio Dalla. Sembra che in Italia tutto prima o poi si aggiusti ed una soluzione si trovi sempre. È forse un luogo comune? Un cliché? Sembra che gli italiani trovino il buco alla conca come si dice qui da noi in Toscana. La speranza degli italiani è quella di arrangiarsi sempre, di cavarsela sempre. È una convinzione ben radicata nell’animo di molti e da cui si trae la forza per andare avanti. Ma l’arte di arrangiarsi fa parte del carattere nazionale? Si può ancora parlare di carattere nazionale oggi? Questa è solo una mia impressione(il mio non è certamente un osservatorio privilegiato) oppure gli italiani non demordono mai, non si perdono mai d’animo? Forse però qui la nave sta affondando sul serio. Non è come altre volte. Si sono avvicendati tanti governicchi. Ma forse qui ed ora la situazione è più grave. Forse la nave sta affondando. Tutto ciò mi ricorda una frase di Majakovskij: “In una nave che affonda gli intellettuali sono i primi a fuggire subito dopo i topi e molto prima delle puttane”. Sarà davvero così? Gli intellettuali nostrani sapranno essere lungimiranti e/o vigliacchi? E noi del popolo che fine faremo?
Una considerazione semplice sui politici e gli italiani…
Autore originale del testo: Davide morelli
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