DOVE SI TROVA OGGI LA PAROLA
Come spesso accade, sorvoliamo distratti sulle e cose più importanti che ci capitano, come questa che descrivo. Abbiamo la facoltà di fare vibrare nella parola che pronunciamo ciò che vive nella nostra interiorità, di comunicare col mondo circostante il nostro pensiero e il sentire. Non è cosa da poco. Siamo divenuti esseri dotati di parola. Sorvolo ora sull’uso che facciamo delle parole e mi lascio invadere dal sentimento di trovarmi davanti ad un fatto straordinario. Di una persona che si dirige a me, afferro quello che dice e poi capisco quello che mi vuole dire, il suo pensiero. Sono fatti straordinari dovremmo sempre stupirci! Ogni indagine umana deve sempre prendere le mosse dalla meraviglia, stare davanti all’ Universo con un sentimento di meraviglia. E’ come piantare un seme nella terra. Il seme e’ la meraviglia. Altri approcci equivalgono a costruire una pianta di cartapesta, invece di farla crescere da un seme nella terra. E poi, bisogna avere una certa venerazione nell’ innalzare lo sguardo, e rendersi maturi per comprendere, saper attendere.
Nel lontano passato, non eravamo ancora come siamo ora, eravamo muti, per evolvere gradualmente fino a divenire dotati di parola. Ma la possibilità di siffatta evoluzione esisteva fin dal principio in una realtà superiore, mentre con noi si manifesta da ultimo. Era il Logos, la parola creatrice, era lì al principio. E il Logos stesso ha diretto l’evoluzione in motche apparisse alla fine un essere in cui esso stesso potesse manifestarsi. Ciò che nel tempo e nello spazio e’ apparso da ultimo, nello spirito esisteva per primo. Al principio di tutto sta il Logos, la parola creatrice a cui accenna Giovanni Evangelista. La parola oggi si trova presso l’essere umano, la parola è qualcosa di umano. Così siamo riallacciati alla Creazione. Così il mondo di qua e quello diventato per noi invisibile si incontrano.
Prima era il verbo, poi divenne vita e poi luce, e questa luce splende nelle tenebre perché non l’abbiamo compresa, come si evince dall’uso spesso triviale e degradato della parola. Eppure, e’ scritto a chiare lettere all’inizio del Vangelo di Giovanni. Sono lapidarie e forse difficili le parole di Giovanni. Ma poteva forse essere espresso in parole banali quanto vi e’ di più profondo al mondo?
In tempi di Natività, siamo sicuri dico prendere che il Verbo si è fatto carne e ha abitato fra di noi?
Filoteo Nicolini