di Gian Franco Ferraris
D’istinto – a “brocca secca” sono d’accordo con Ida Dominijanni sulla morte di Alexei Navalny, tuttavia se c’è una persona alla quale la sua morte ora non conviene è proprio Putin.ci sono domande che vengono alla mente:
1) che interesse aveva Putin a ordinare la morte di Navalny a pochi mesi dalle elezioni presidenziali dove egli è candidato?
2) che interesse aveva Putin a ordinare la morte di Navalny nel momento in cui la Russia sta vincendo la guerra e in considerazione che la vittoria imminente metterà in difficoltà la Nato e tutto l’Occidente collettivo?
3) che interesse aveva Putin a offrire ai nemici della Russia su un piatto d’oro un’occasione per colpire la sua reputazione?
di Ida Dominijanni su facebook
Il rifiuto perverso di restituire il cadavere di Navalny a sua madre e sua moglie è un’altra terribile prova che il massimo della violenza oggi non sta nell’infliggere la morte ma nell’impedire il lutto. E’ come se il modello pandemico della morte senza rito funerario e senza lutto si fosse affermato come tecnologia del potere (putiniano ma ahinoi non solo putiniano: vedi quello che è successo un anno fa a Cutro, quando i rituali del lutto sono stati imposti dalla società contro il governo che se ne infischiava). Da qui si precipita dritti nel post-simbolico, fuori dal linguaggio e dalla civiltà.
Navalny, Orsini: “Nessuna prova che dietro ci sia Putin”
(Adnkronos) – “Non abbiamo i documenti per dire che Putin abbia ordinato l’omicidio”. E’ quanto ha detto oggi Alessandro Orsini in studio a Prima di Domani, il programma condotto da Bianca Berlinguer su Rete4. “E’ possibile che questi documenti vengano fuori più avanti, ma allo stato attuale delle nostre conoscenze non ci sono” aggiunge il professore di sociologia del terrorismo internazionale, sottolineando come si possa pronunciare una “condanna morale” del “regime detentivo di Navalny, non altro”.