Articolo Uno, la sinistra, il Paese

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pina Fasciani

di Pina Fasciani – 9 settembre 2017

Possiamo fare un primo bilancio a sei mesi dalla nascita di articolo 1.
Abbiamo lavorato per far crescere una forza capace di ridare senso alla parola Sinistra in questo Paese. I primi passi sono sempre i più faticosi, bisogna saper articolare gesti e movimenti per camminare. In questi ultimi mesi, a differenza della fase iniziale, abbiamo registrato un certo affanno stretti da un dibattito “interno” sul possibile leader (Pisapia) e le possibili alleanze (PD?) che non ci hanno aiutato. Questo dibattito anzi ha infiacchito le nostre forze, confuso gli aderenti, precluso nuovi ingressi.
Ho misurato su me stessa il fastidio di una discussione asfittica, tipica di una cultura politica che affida al capo condottiero il destino le possibilità di successo di un partito.
Come ho vissuto con fastidio le disquisizioni sulle alleanze, in particolare con il PD che, per fortuna in Sicilia, si sono risolte con una scelta senza ambiguità a sostegno di Fava.

Insomma ho percepito con una certa sofferenza, che questi due temi, leadership e alleanze, ci avessero fagocitato ricollocandoci in un dibattito politico che nelle premesse era quanto di più lontano dalle ragioni della nascita di Articolo 1.
Naturalmente la stampa e il sistema della informazione, che non ci sono amici, ha fatto di tutto per esaltare questi tratti riducendoci a una forzucola rissosa interessata solo ai giochi di potere.

Ora, non dico che questi temi non siano importanti, ma per una forza politica appena nata, che è ancora un movimento e non un Partito, questi temi sono fuori tema, fuori tempo, insomma, in questo momento, inutili, anzi dannosi.

Perché?
Innanzitutto perché non parlano al Paese, alle vite concrete delle persone, ai loro problemi. Li sentono estranei e lontani.

Perché il nostro compito ora è crearlo un Partito, alternativo di sinistra. un Partito che nel panorama politico oggi non c’è.

Perché il tema è darsi una forte identità nei contenuti, negli obiettivi e valori, senza ambiguità.

Questa è la fase politica che stiamo vivendo, non altra.

Per cui prima di tutto va consolidata la forza fin qui acquisita e in questo senso penso che l’appuntamento di ottobre di una Assemblea Costituente sia fondamentale e contemporaneamente aprirci a una discussione con il Paese, sui temi del lavoro, della Sanità, della Scuola…. Parlare insomma con un popolo sfinito dalla crisi con le nostre proposte, le nostre idee. È lì che dobbiamo stare, li’ c’è un campo aperto, li’ si costruisce il consenso e si riaggrega il popolo della sinistra per costruire il Partito.

Gli spazi per crescere sono amplissimi e ci dobbiamo assumere fino in fondo la responsabilità di ciò che abbiamo creato.

La chiave di volta sta nella parola “discontinuità”, sui contenuti, sulle pratiche politiche. Se non siamo percepiti come alternativi ai populismi, ai neocentrismi, ai movimentismi e a tutti gli “ismi” esistenti la sinistra sarà destinata a sparire e certamente il mondo non sarebbe migliore.

Allora bando agli indugi.
Esercitiamo la libertà politica che con Articolo 1 ci siamo riconquistata! Portiamo in mare aperto questa ” nave corsara” e diamo battaglia politica con chi ci sta.
Lo dobbiamo ai nostri padri, lo dobbiamo ai nostri figli.

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