Attrazione inesorabile

per Francy
Autore originale del testo: Majakowskij

Attrazione inesorabile

Attrazione inesorabile: non c’è stupore, nè paura, ma la sola consapevolezza di vivere una sensazione inevitabile…benefica. Necessaria.

Frugare e godere di quanto ci appartiene. Ritrovare chi si vuole e sentirsi

nel posto più intimo e protetto, la propria casa.

E sapersi avvinti, stretti, allacciati, senza esserne mai paghi,

senza chiedersene il motivo, senza pensare se sia giusto o meno,

abbandonandosi, vivendo quel richiamo come la più naturale

delle condizioni umane…Non è forse questo l’Amore?

Le flotte: anche loro convergono verso il porto.

Il treno: anche lui corre verso la stazione.

E io verso di te a maggior ragione, perchè io amo, mi sento proteso e attratto.

L’ultimo cavaliere puskiniano scende a godersi nel sotterraneo

i suoi beni e a frugare.

Così io a te ritorno, amata. Mio è questo cuore, e io godo di quanto è mio.

Voi ritornate a casa tutti lieti, a raschiarvi di dosso

la sporcizia, radendovi e lavandovi.

Così io, tornando a te.

Forse non vado a casa mia io, quando vengo da te?

Il grembo terrestre attende i terrestri. Noi volgiamo alla mèta finale.

Così io verso di te tendo inesorabilmente:

anche appena separati, anche appena abbiamo finito di vederci.

Vladimir MajakovskijAttrazione inesorabile

Attrazione inesorabile: non c’è stupore, nè paura, ma la sola consapevolezza di vivere una sensazione inevitabile…benefica. Necessaria.

Frugare e godere di quanto ci appartiene. Ritrovare chi si vuole e sentirsi

nel posto più intimo e protetto, la propria casa.

E sapersi avvinti, stretti, allacciati, senza esserne mai paghi,

senza chiedersene il motivo, senza pensare se sia giusto o meno,

abbandonandosi, vivendo quel richiamo come la più naturale

delle condizioni umane…Non è forse questo l’Amore?

Le flotte: anche loro convergono verso il porto.

Il treno: anche lui corre verso la stazione.

E io verso di te a maggior ragione, perchè io amo, mi sento proteso e attratto.

L’ultimo cavaliere puskiniano scende a godersi nel sotterraneo

i suoi beni e a frugare.

Così io a te ritorno, amata. Mio è questo cuore, e io godo di quanto è mio.

Voi ritornate a casa tutti lieti, a raschiarvi di dosso

la sporcizia, radendovi e lavandovi.

Così io, tornando a te.

Forse non vado a casa mia io, quando vengo da te?

Il grembo terrestre attende i terrestri. Noi volgiamo alla mèta finale.

Così io verso di te tendo inesorabilmente:

anche appena separati, anche appena abbiamo finito di vederci.

Vladimir Majakovskij

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