Big Brother University

per Luigi Altea
Autore originale del testo: Luigi Altea

di Luigi Altea – 17 novembre 2018

In principio era la Voce.

Poi sono arrivati i portavoce.

Il portavoce era una figura utilissima prima dell’avvento delle telecomunicazioni, e prima che fosse inventato il citofono…

Chi non se la sentiva di salire a piedi fino al settimo piano, magari per dire soltanto “fra dieci minuti buttate la pasta, io intanto cerco un parcheggio”, si serviva di un portavoce che poteva essere un ragazzino dello stabile intento a giocare in cortile, o un vicino di pianerottolo, incontrato provvidenzialmente per caso.

Anch’io da bambino, quando in paese il telefono era ancora di là da venire, ho fatto il portavoce, seppure occasionalmente.

Debbo onestamente riconoscere d’essere stato sempre puntualmente ricompensato: una caramella Mou, un formaggino Bebé, una liquirizia, qualcosa comunque capace di ripagare la prestazione.

Un’amica di famiglia, una signora molto anziana che parlava soltanto il dialetto, mi incaricava spesso di portare dei messaggi alla figlia che abitava lontano, in cima al paese.

Una volta si spinse a darmi addirittura cento lire!

Volle premiare la qualità del mio servizio, perché la figlia, che aveva studiato, le aveva riferito che i messaggi da me ricevuti rigorosamente in sardo,  le venivano consegnavi tradotti in un italiano che lei, maestra elementare, trovava eccellente.

Nel mio piccolo ero portavoce, traduttore e interprete…

A cosa servano, oggi, i portavoce, visto che nel frattempo è stato inventato anche il… megafono, resta un mistero.

Gli uomini di potere hanno tutti un portaparola o un portavoce.

Il più pagato sembra sia un tal Casalino Rocco, ingegnere elettronico, con dottorato alla Big Brother University e master alla High School Lele Mora.

Il presidente del Consiglio lo ha strappato alla concorrenza con un ingaggio di ben 169.000 euro all’anno.

Non contesto l’ammontare dell’ingaggio, ma il metodo.

Perché mentre io ero pagato di volta in volta, caso per caso, in base alla prestazione,  Rocco viene invece retribuito a prescindere?

E se il Presidente Conte, anziché parlare sempre lui, decidesse di lasciar parlare, qualche volta, anche Di Maio e Salvini, perché pagare ugualmente il portavoce che non ha nulla da portare?

 Se il comunicatore Rocco comunica le sue personali convinzioni, frutto di altrettanto personali elucubrazioni, perché stipendiarle?

Le minacce indirizzate ai tecnici dei ministeri, le farneticazioni contro gli ebrei, i bambini down, i vecchietti e gli ammalati sono solo una goccia nell’oceano della stupidità, ma perché retribuirle con un mare di soldi della collettività?

A rigore…nessun compenso sarebbe dovuto!

E tuttavia, poiché a tutti deve essere garantita un’esistenza decorosa, credo che sarebbe giusto concedere anche a Rocco Casalino il reddito di cittadinanza.

Ma nulla di più!

 

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