Binario morto

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BINARIO MORTO  – di Andrea DE BENEDETTI e Luca RASTELLO – ed. Chiarelettere

 

LISBONA-KIEV: IL BINARIO MORTO DELL’ALTA VELOCITA’

da www.cadoinpiedi.it 22 Marzo 2013

Luca Rastello e Andrea De Benedetti hanno compiuto un viaggio lungo la Lisbona-Kiev, al seguito di un pacco di caffè, prima (e probabilmente unica) merce mai trasportata su quel percorso. Risultato? Una serie di scoperte interessanti, raccontate nel libro “Binario morto”, edito da Chiarelettere

intervista agli autori da www.cadoinpiedi.it

Rastello: “Siamo partiti con i dati ufficiali, usando le fonti più accreditate, meno ribelli, e abbiamo scoperto un mucchio di cose. Pensavamo fosse quasi una banalità, visto che si parlava da 15 anni di questo asse Lisbona Kiev, ma siamo rimasti stupiti scoprendo che quel viaggio lì non lo aveva mai fatto nessuno, e mai nessuna una merce. Così abbiamo avuto una trovata un po’ buffonesca, ma che ci è servita a mettere in moto la macchina del viaggio: abbiamo comprato un pacco di caffè e l’abbiamo portato da Lisbona a Kiev via terra fotografandolo in ogni tappa, in modo che almeno una merce di sicuro quel tratto lo avesse fatto. Abbiamo scoperto tante cose, non solo il fatto che nessuna merce avesse mai compiuto questo viaggio, ma che verosimilmente nessuna mai lo farà, perché si tratta di qualcosa di molto astratto.”

De Benedetti: “Abbiamo scoperto ad esempio che le merci non possono andare ad alta velocità, e noi forse abbiamo ecceduto in alcuni tratti, traspontando il nostro caffé sull’Ave Spagnolo a 250 km orari, e il sottovuoto spinto probabilmente ne ha patito…
Abbiamo scoperto, anzi ha scoperto, perché il vero protagonista del libro è il caffè, l’alta velocità da bere…”

Rastello: “…ha scoperto la frattura Slovena, l’asfalto ungherese, l’alta velocità Ucraina che va a 108 km orari…”

De Benedetti: “…e ha scoperto che solo nel 2073 sapremo se questo progetto sarà stato effettivamente un successo o meno.”

Rastello: “L’idea che i nostri nipoti possano correre ad alta velocità con le loro merci e non sapremo quali siano le merci, confligge un po’ con gli scenari che il futuro potrebbe configurare. Per esempio, il direttore dell’autostrada ferroviaria delle Alpi ha ammesso candidamente che con il solo costo della tratta Piemontese dell’alta velocità si può cablare tutta l’Italia. Ecco, forse questo progetto così impegnativo per l’economia pubblica è legato a una idea di futuro con il trasporto di merci pesanti che fa parte di un sogno industrialista già tramontato da molto tempo.”

De Benedetti: “L’alta velocità tra Lisbona e Kiev è presente soltanto in alcuni segmenti, peraltro non sempre connessi tra di loro, ci sono qua e là dei cul de sac, qua e là dei segmenti scoperti… in molti non è neanche prevista! Per cui, a chi volesse avventurarsi nella stessa impresa, bisogna comunicare che l’alta velocità esiste soltanto da Cordoba fino a Barcellona, poi lì bisogna cambiare treno, poi c’è tra Perpignan e Lione, poi tra Torino e Milano, si può arrivare fino a Treviglio, poi c’è tra Padova e Mestre e poi da lì in avanti si scompare nelle nebbie dell’est.”

Rastello: “Il povero passeggero è destinato a un vero percorso di guerra, se vuole deve immergersi nella falda idropotabile della città di Torino, emergere da qualche parte a Treviglio, andare lentissimo a girare Vicenza alla più bassa velocità possibile, perché pare che sia un nodo inestricabile, scendere a Trieste e prendere tre corriere per raggiungere Lubiana, caricarsi su un treno di campagna, raggiungere le autostrade ungheresi, prendere delle corriere e poi viaggiare lento, magari in terza classe, come abbiamo fatto noi, nella parte ucraina. Insomma, deve predisporsi a molte avventure.”

De Benedetti: “Questo libro è un racconto di viaggio, volendo è anche un orario ferroviario, nel senso che qua e là diamo anche delle informazioni su orari di partenza e arrivi di treni, chi volesse fare questo viaggio da Lisbona a Kiev otterrebbe informazioni degne del vecchio grippaudo, l’orario ferroviario manuale, che tutti quanti abbiamo maneggiato almeno una ventina di anni fa.”

Rastello: “Questo libro è anche stato il nostro tentativo di prendere sul serio i mantra agitati dalle propagande rispetto al Tav. Noi abbiamo preso sul serio il fatto che ci fosse un asse viario percorribile, che questo asse fosse necessario, che fossero realizzati dei lavori, che tutta l’Europa fosse avanti e solo noi stessimo ritardando i grandi progetti. Siamo andati a vedere e ne abbiamo tratto sorprese meravigliose, a volte un po’ deprimenti, ma veramente imprevedibili.”

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