Boeri come Cottarelli? Proposta INPS per l’equità

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Maurizio Alesi
Fonte: politicaPrima
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2015/11/boeri-come-cottarelli-proposta-inps-per.html

Tito Boeri INPS e Renzidi Maurizio Alesi – 8 novembre 2015

Tutte le volte che a Palazzo Chigi arriva una proposta di buon senso, proveniente da uomini nominati dallo stesso Renzi, viene immediatamente accantonata.

spending-review-672È già successo con i commissari per la spending review. Il prof. Cottarelli firmò col governo un impegno triennale di collaborazione ma il suo lavoro durò solo un anno. Il tempo di presentare un piano serio e circostanziato per tagliare gli sprechi dell’Amministrazione statale a cominciare da quelli della casta e dai vitalizi dei parlamentari. L’esito è noto: invece di tagliare le spese è stato tagliato il Commissario. Cottarelli, commentando la sua uscita denunciò: “mentre cercavo di tagliare passavano misure che aumentavano le uscite e non mi facevano vedere neppure i provvedimenti che il Governo adottava”.

carlo-cottarelli-L’economista è tornato a Washington al Fondo monetario internazionale, dove rappresenta l’Italia e altri cinque Stati. È il secondo commissario che salta, prima di lui fu la volta di Enrico Bondi per evidenti contrasti col giovane fiorentino che non è abituato ai ragionamenti seri. Adesso il film si sta ripetendo con l’economista Tito Boeri, nominato da Renzi a capo dell’Inps. Che a giugno scorso ha presentato una proposta per il riequilibrio socio-assistenziale e contributivo, per affrontare il problema della generazione tra 55 e 65 anni, penalizzata dalle riforme.

Il progetto dal titolo evocativo “Non per cassa ma per equità” era stato consegnato a Palazzo Chigi. Dopo averlo studiato a lungo, alla fine è stato accantonato. Altra marcia indietro del governo e le solite giravolte giustificazioniste di Renzi: “l’intervento è costoso e complicato sia politicamente che giuridicamente” (e ti pareva!). Si ricorderà anche che a maggio Matteo Renzi aveva promesso un intervento per rendere più flessibili i paletti introdotti dalla riforma Fornero e consentire (parole sue) alla “signora di 62 anni che preferisce stare con il nipotino” di lasciare il lavoro prima, rinunciando a una quota di assegno”.

Ma tre giorni prima del varo della legge di Stabilità, nonostante la proposta Boeri, il premier si premurò a dire di “non aver trovato una soluzione” rimandando ulteriori interventi al 2016.

logo-inpsLa riforma predisposta dal presidente dell’Inps è, invece, apprezzata da moltissimi tecnici e da economisti preparati. Il piano prevede, tra l’altro, che i pensionati “d’oro” contribuiscano alle spese necessarie per consentire l’uscita anticipata dal lavoro; un’uscita rivolta solo a chi accetta di ricevere un assegno più basso. Via libera poi alla possibilità di versare contributi aggiuntivi su base volontaria. Boeri ha inoltre previsto una ricetta per contrastare la povertà tra gli over 55 e riformare il sistema previdenziale e assistenziale. Si parla infatti di un reddito minimo per gli over 55 che prevede un assegno pari a 500 euro (400 euro nel 2016 e nel 2017) al mese per una famiglia con almeno un componente over 55.

A beneficiare della misura saranno anche eventuali figli disoccupati. Previsto anche il riordino delle prestazioni collegate al reddito, passando per il ricalcolo dei vitalizi. Il documento prevede un pacchetto di misure pensato a beneficio dei contribuenti attuali e futuri, abbatte del 50% la povertà fra chi ha più di 55 anni e non ha ancora maturato i requisiti per la pensione, mentre aumenta la sostenibilità del sistema previdenziale rendendolo più equo.

Cade anche l’assistenza per le famiglie ricche, con una riduzione degli aiuti a partire dai 32 mila euro. Per i nuclei più benestanti, sopra un reddito lordo di 37 mila euro annui, scatta lo stop a pensioni sociali, assegni sociali, integrazioni al trattamento minimo o altre forme di assistenza. Vengono riordinati gli istituti di assistenza per gli ultra 65enni e si introduce inoltre maggiore flessibilità nel sistema pensionistico prevedendo uscite anticipate a 63 anni e sette mesi, con una riduzione dell’assegno che si applica alla sola quota retributiva e che tende ad assottigliarsi nel corso del tempo.

Tra i punti della riforma è stato previsto il ricalcolo dei vitalizi per le cariche elettive per i quali si intende procedere a un vero e proprio ricalcolo delle pensioni secondo il metodo contributivo, oggi applicato a tutti i nuovi lavoratori. L’Inps ha previsto anche di aumentare la libertà di scelta quanto alla data da cui si decide di percepire la pensione imponendo equiparazioni di trattamenti fra chi ottiene la pensione prima e chi la ottiene dopo agevolando il turnover nella pubblica amministrazione, liberando posti per nuove competenze.

pensioni-300x225Il piano, inoltre, prevede il livellamento delle pensioni dei sindacalisti con distacco (o aspettativa) dal settore pubblico, al trattamento standard riservato agli altri lavoratori. Secondo Boeri con questo piano si riduce il debito pubblico ed si ha un contenuto espansivo senza mettere a rischio la tenuta dei nostri conti pubblici.

5Il problema adesso è che dopo mesi di studio, di calcoli, di valutazioni economiche e finanziarie, il prof. Boeri (come i suoi illustri colleghi già citati), ha trovato il niet dell’uomo solo al comando, preoccupato forse che i provvedimenti disturbassero gli accordi fatti con Alfano e Verdini e la tenuta della maggioranza. Per Renzi quello che conta è aver annunciato la riforma dell’Inps. Nessun problema invece ha posto nell’accogliere ogni desiderata del NCD, dall’articolo 18 al tetto sui contanti e adesso anche sul ponte nello Stretto dopo esserci dissanguati col pagamento della penale di un miliardo per aver rinunciato al progetto. E adesso si ricomincia.

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