I burocrati, gli indifferenti e gli strumentalizzatori

per Andrea Colli
Autore originale del testo: Andrea Colli

di Andrea Colli 12 giugno 2015

IL perfetto burocrate, in qualsiasi settore si trova ad operare, che si tratti di un politico, di un dirigente pubblico o anche privato, è cavilloso, caratterizzato da un grande formalismo di facciata, e tende a burocratizzare in maniera eccessiva qualsiasi attività svolga, compresi i rapporti umani. Si tratta di soggetti che eseguono i rispettivi compiti o funzioni, senza alcuna alterazione delle disposizioni, anzi del tutto ossequienti ad esse. L’effetto del loro comportamento crea una disumanizzazione pericolosa della società per l’esasperazione del formalismo giuridico indipendentemente dagli scopi da raggiungere o dai valori che si trovano davanti. Riescono a creare insomma una perdita di valori e di valutazioni nel rispetto esclusivo della correttezza amministrativa. Questo è l’atteggiamento di questa categoria asettica alle emozioni e priva di empatia. La prova l’abbiamo nei confronti della Grecia. Io ti aiuto ma tu mi devi dare in cambio riforme con prezzi sociali altissimi e Tsipras, questo lo sa e se sottostarà al diktat sulla riforma previdenziale e rinuncerà alle riassunzioni nel settore pubblico, come promesso in campagna elettorale, andrà incontro a una crisi di maggioranza e quindi al caos.

E la politica di Bruxelles che fa? Si gira dall’altra parte. Lo vediamo sulla questione dell’immigrazione nei confronti di un Paese debole e senza potere contrattuale come l’Italia, che ha sprecato il semestre europeo di sua competenza, pensando solo a far eleggere l’inconsistente e marginale Madame Pesc, alias Federica Mogherini. Decine di migliaia di disgraziati arriveranno coi barconi e l’Europa che fa? Ci dice di tenerceli dando così fiato alle trombe dei leghisti che la follia li porta a dire di sparargli, di cannoneggiarli o di fare campi profughi organizzati dall’Italia in Libia, senza rendersi conto dell’impossibilità della proposta per gli altissimi costi economici che l’Italia non si potrebbe permettere di onorare e per l’impossibilità logistica in un Paese in guerra tra bande. O Grillo che chiede la sospensione degli accordi di Schengen, un’altra follia. Siamo messi così. Sarà il caso di fare qualcosa?

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