Cacciari: “L’Europa tedesca collasserà”

per Gabriella
Autore originale del testo: Lucia Bigozzi
Fonte: intelligo news
Url fonte: http://www.intelligonews.it/articoli/6-luglio-2015/28290/greferendum-cacciari-l-europa-tedesca-collasser-c-stata-una-volgare-interferenza-

di Lucia Bigozzi   06 luglio 2015

“L’Europa collasserà”. E ancora: “Le interferenze di Berlino e di Bruxelles sul voto greco sono stati i protagonisti dell’esito finale. Ora se i leader europei hanno imparato la lezione…”. Non fa sconti l’analisi del filosofo Massimo Cacciari che nella conversazione con Intelligonews individua i limiti di un’Europa “combinata così, a direzione unicamente tedesca e con un nuovo obiettivo di stabilità”. Un’Europa che “sta collassando e collasserà”.

Come legge l’esito del referendum in Grecia?

«E’ un risultato così straordinario, inaspettato da quasi tutti, credo abbia vari fattori, ma soprattutto credo dipenda dall’inaudita e diciamo volgare interferenza da parte di quasi tutte le autorità europee che hanno indotto a un risentimento anche nazionale del tutto legittimo e giustificato da parte dei greci. Non è possibile che personaggi come i Merkel o gli Schauble si permettano di dire cosa devono votare i greci. Credo che proprio loro siano stati i protagonisti del risultato referendario, ovvero questi cosiddetti leader europei dopo aver combinato disastri di tutti i colori e intromissioni sulle decisioni del popolo greco, che è un vero popolo, forse se lo sono dimenticato».

Quali rischi e quali effetti?

«Se a Bruxelles ragionano, se imparano finalmente la lezione… e mi i riferisco a tutti i leader europei ad eccezione di Mario Draghi, unica personalità di statura globale che oggi l’Europa può esibire; se tutti gli altri capiscono la lezione di mettersi seriamente a trattare cercando di rimediare ai guasti che hanno combinato, allora forse… Non dico certo che Tsipras sia un martire, ma è chiaro che se si fosse intervenuti razionalmente quando Papandreu aveva denunciato che i governi precedenti avevano falsificato i bilanci, non saremmo in questa situazione. Ora occorre avviare un trattato serio, ridurre il debito greco, rivedere gli oneri di questo salvataggio e a quel punto, si potranno imporre una serie di riforme anche alla Grecia, ma è inutile parlare di riforme se mi dici che tanto devo morire. Se per salvarmi devo morire, allora lasciamo perdere…».

Come valuta le dimissioni di Varoufakis?

«Credo siano dimissioni pro-forma per dimostrare la loro totale disponibilità a trattare seriamente ma penso non abbia molto senso che un ministro del tesoro greco si dimetta; dovrebbero dimettersi i leader europei. Può anche darsi che ci sia già un accordo preventivo per cui tra le condizioni che l’Ue pone per riprendere seriamente i negoziati e venire incontro al popolo greco, potrebbe esserci la testa di Varoufakis».

C’è chi definisce Tsipras un comunista; lei da tempo va dicendo che le categorie politiche sono superate: non ritiene che oggi nello scenario europeo in realtà vi sia uno scontro tra casta e popolo?

«Sinistra e destra sono categorie superatissime del cavolo… Non credo sia neanche lo scontro tra casta e popolo, ma certamente destra e sinistra di fronte a questi fenomeni non c’entrano nulla. Destra e sinistra si confrontavano su scenari geopolitici completamente diversi; qui, invece, le differenziazioni sono in materia di politiche fiscali europee; su queste questioni ci possono essere le più inaspettate sinergie tra forze politiche di tradizioni diversissime, come pure all’interno delle stesse forze politiche, vedi il Pd».

E quali effetti politici sul fronte anti-renziano a sinistra?

«Beh, adesso diranno ah che bello! Penso ai Fassina… no, non c’entra assolutamente niente. Le situazioni vanno lette in modo concreto, analitico, non secondo i vecchi schemi: se la sinistra italiana pensa di dire … avete visto, avevamo ragione noi… ma su che? Forse sul Jobs Act, sulle politiche finanziarie? Sono stupidaggini. La cosa certa è che un’Europa combinata così, a direzione unicamente tedesca, con un nuovo obiettivo di stabilità sta collassando e collasserà. Su questo bisogna si confrontino politiche e programmi concreti, né di destra né di sinistra ma intelligenti, in grado di comprendere le esigenze dei popoli; ogni Paese ha i suoi problemi specifici che vanno accordati, armonizzati. Per fare questo ci vorrebbero degli statisti: l’unico all’altezza è Draghi ma fa il banchiere, non lo statista, e quindi saluti…».

Lei lo vede il rischio di una nuova guerra fredda?

«L’Europa non ha capito nulla della Grecia, figuriamoci della Russia. L’Europa non ha una politica mediterranea, non ha una politica a Sud e a Nord, non ha una politica ad Est e non ha una politica ad Ovest perché gliela fanno gli Stati Uniti. E’ un’Europa senza politica, cieca totalmente rispetto ai problemi mediorientali: come può comprendere la realtà della Russia? Tra l’altro, Russia e Grecia hanno un rapporto storicissimo e la storia non è acqua. Il Risorgimento greco è stato supportato spiritualmente, culturalmente ed economicamente dalla terza Roma che è Mosca; ci sono legami storici e anche di spiritualità: Mosca si è sempre considerata l’erede di Bisanzio, bisogna saperle queste cose quando si hanno responsabilità di governo. La Grecia va considerata anche come ‘ponte’ nei confronti della Russia. Ma come fanno questi leader europei, dalla Merkel a Renzi a comprenderlo? Per loro è molto difficile…».

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