Fonte: il Fatto Quotidiano
di Lorenzo Giarelli per il “Fatto quotidiano”
intervista a Massimo Cacciari
Un Pd ostaggio di se stesso che non riesce a approfittare “delle incompatibilità enormi tra Lega e Movimento 5 Stelle”. Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia, finisce sempre lì: “Queste cose io le dico da anni”. In effetti però arriva da lontano il peccato originale della deriva autolesionista di questa sinistra, che negli ultimi giorni ha fatto avviare due raccolte firme separate – una lanciata da Nicola Zingaretti ai banchi della Festa dell’ Unità, una da Matteo Renzi online – per chiedere la stessa cosa, ovvero le dimissioni di Matteo Salvini.
Professor Cacciari, le correnti interne litigano persino sulle petizioni contro il governo.
NICOLA ZINGARETTI E MATTEO RENZI
Siamo alle solite, è l’emblema di una situazione che nel Pd non è più sostenibile. Dal momento in cui Renzi ha ottenuto la vittoria sui resti dei vecchi discendenti della Dc e del Pci è stato impossibile trovare una mediazione. Non se ne sono resi conto e allora continuano a massacrarsi.
Lei auspicava una scissione dei renziani.
Sarebbe stata tutta un’altra storia per l’Italia e per il Pd. Ma ha perso la sua occasione, Renzi doveva farsi la sua En Marche! quando era ancora alto nei sondaggi: lui avrebbe spaziato intorno al centro e al berlusconismo, il Pd avrebbe potuto recuperare una parte dei 5 Stelle. Solo che qualche anno fa io lo dicevo e non mi davano ascolto, oggi sono sicuro che sia Zingaretti sia Renzi sanno che quella era la soluzione migliore e che adesso non è più praticabile.
WALTER VELTRONI NICOLA ZINGARETTI FOTO DI BACCO
Perché?
Se Renzi si fosse staccato tre o quattro anni fa avrebbe potuto gravitare intorno al 20 per cento, oggi è destinato all’inconsistenza, a un 4 o 5 per cento. Allo stesso tempo, anche Zingaretti è bloccato, perché cacciare ora i renziani non lo aiuterebbe.
Si aspettava di più da Zingaretti?
Di certo non è carismatico, ma questo non è necessariamente un difetto, anzi: ben venga il giorno in cui gli italiani smetteranno di innamorarsi della figura del leader carismatico. Mi aspettavo un po’ di decisionismo in più. In parte lo giustifico perché i gruppi parlamentari sono ancora tutti in mano ai renziani.
Da Veltroni a Zingaretti, adesso i leader del Pd sbandierano un’anima green .
Per carità, il Pd non si salva certo facendo finta di trasformarsi nei Verdi tedeschi.
Non c’è dubbio che serva un ambientalismo integrato con un modello economico di crescita, ma perché adesso i Verdi in Germania sono forti allora il Partito democratico diventa verde? Questo è esattamente Walter Veltroni, non mi sorprende. Si va da disastro a disastro.
Domani si vota in Parlamento sul Tav.
Una cazzata megagalattica, un bidone, hanno ragione Marco Ponti e gli altri tecnici. Dopodiché c’è un aspetto amministrativo per cui alla fine l’opera si farà, ce lo cuccheremo come io mi sono cuccato il Mose a Venezia nonostante fossi contrario. E proprio come al Mose tra qualche anno verrà fuori di tutto su quest’ opera.
Sul Torino-Lione il governo è spaccato.
È assurdo avere una maggioranza che non va d’accordo su niente: sull’ambiente, sulle tasse, sulle opere, sul lavoro. Mi chiedo come si possa andare avanti. Il problema è che non vedo vie d’uscita, se non che Zingaretti esca dall’accerchiamento renziano e si rivolga ai 5 Stelle. Ma sia all’ interno del Pd che dei grillini devono prima sorgere movimenti interni autonomi che spingano entrambi per un ricambio.
Che impressione le fa vedere Salvini dirigere il Viminale dal Papeete?
MATTEO SALVINI BALLA AL PAPEETE
Sono cose da pazzi, politica imbarazzante in un Paese imbarazzante. Ma sbaglia chi si sorprende, perché l’estetica di Salvini in spiaggia è in perfetta continuità con la bandana di Berlusconi. E del degrado culturale, economico, sociale e politico fa parte anche la volgarità contro la stampa.