Cari italiani, questa volta avete votato proprio bene

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris

di Gian Franco Ferraris – 20 aprile 2018

Oggi Berlusconi, disgustato, ha urlato che “gli italiani hanno votato molto male”. Penso che se avessero votato per lui anche questa volta come hanno fatto in questo quarto di secolo avrebbero votato pure peggio. Diciamolo, il re è nudo e il cavaliere nella veste del vecchio saggio custode delle istituzioni democratiche non è credibile, si vede che gioca in un ruolo che non è il suo come un vecchio comico che non fa più ridere e diventa patetico.

La frattura tra ceto politico e popolo si è fatta ogni giorno più profonda, le persone si sono trovate ad affrontare la più grave crisi sociale ed economica dalla seconda guerra mondiale, nell’indifferenza della classe politica del Pd che ha governato gli ultimi anni a livello nazionale e locale.

Renzi poi ha deluso profondamente l’opinione pubblica, onnipresente con spavalderia e arroganza in tutti i telegiornali, sulle prime pagine dei giornali e pure nei programmi di intrattenimento, recitava la litania che grazie alle sue riforme l’Italia era uscita dalla crisi e che tutto stava andando per il meglio, senonchè gli italiani  fanno fatica ad arrivare a fine mese, gran parte della classe media si è impoverita, i giovani soccombono alla disoccupazione o devono accettare lavori con stipendi da fame, il settore pubblico ha peggiorato la qualità dei servizi, il paesaggio italiano è degradato, ovunque si vedono innumerevoli case in vendita, negozi chiusi, strade rotte. I piccoli negozi e gli artigiani sono attanagliati da una miriade di tasse e da una burocrazia impazzita.

I cittadini hanno compreso che Renzi era solo il frutto di un albero (il centrosinistra) malato dalle radici e si sono ribellati. Il popolo italiano, trattato dalla classe politica come un gregge, ha reagito nell’unico modo che gli è consentito e ha votato il Mov. 5 Stelle e la Lega.

E’ emblematico che uno dei cavalli di battaglia più efficace del Mov. 5 Stelle sia stata la lotta ai vitalizi della classe politica. E’ ovvio che non sono i vitalizi di 2.300 politici la rovina dell’Italia, ma per il popolo sofferente i privilegi della casta sono diventati insopportabili.

E’ altresì curioso che il Pd accusi i 5 Stelle di avere un programma volatile in materia di euro, rapporti con L’Europa e alleanza atlantica con gli Stati Uniti, mentre il Pd ha governato questi ultimi anni facendo il contrario di quello che era previsto nel programma del 2013 (segretario Bersani), cioè la riforma della scuola, lo SbloccaItalia, il jobs act e le riforme costituzionali bocciate il 4 dicembre. Riforme che hanno peggiorato la vita delle classi sociali che avrebbero dovuto votare per la sinistra.

Io stesso che ho votato convintamente per Liberi e Uguali (e non ne sono pentito) devo riconoscere che l’elettorato aveva delle ragioni per considerare questo raggruppamento, messo insieme in occasione delle elezioni e di fatto diviso tra chi aveva nostalgia del centrosinistra dell’Ulivo e chi sperava in una sinistra alla Mélenchon, come una operazione di restauro del ceto politico. Al fallimento ha contribuito sicuramente il desiderio di esprimere un voto utile “maggioritario” seppure con una legge elettorale quasi-proporzionale, ma le ragioni più profonde stanno in una crisi che viene da più lontano e che hanno condotto il centrosinistra alla subalternità alle oligarchie dominanti e ridotto la sinistra in una autosufficienza minoritaria senza senso e senza via d’uscita, almeno a leggere gli interventi dei capi e di buona parte dei sostenitori delle piccole forze che compongono LeU.

Gli italiani insomma hanno votato bene o almeno hanno votato per legittima difesa ma ora la prima domanda da porsi è se i vincitori di queste elezioni sono adeguati a risolvere questa interminabile crisi economica e sociale italiana. Da giorni,  al di là delle apparenze, traspare una saldatura molto forte tra Di Maio e Salvini che sono alle prese con la formazione del governo e a me ricordano due fidanzatini dei tempi andati che fremono per sposarsi ma devono fare i conti con le famiglie di appartenenza che frappongono ostacoli di ogni genere. Salvini – non lo avrei mai pensato, si dimostra anche un politico accorto, consapevole di poter aspettare in attesa di consolidare la propria egemonia sull’intera destra – di solito vincente nel nostro Bel Paese. Di Maio ieri all’uscita dall’incontro con la Presidente del Senato incaricata da Mattarella ha avuto un moto di sincerità, faceva quasi pena quando ha pregato Berlusconi di dare l’appoggio esterno perchè la sua famiglia grillina non può sopportare l’idea di vederlo seduto allo stesso tavolo. Negli incontri riservati poi a Berlusconi può essere concesso qualche ministro d’area e probabilmente qualche aiuto per le sue aziende, in fondo uno dei principali punti programmatici dovrebbe essere la riduzione delle tasse per tutti in particolare per i ricchi.

Ovviamente di Maio e Salvini si guarderanno bene dall’affrontare i problemi del Sistema Italia dalla testa: il rapporto parassitario tra lo Stato e l’industria, la mancanza di investimenti strategici, la riforma della pubblica ammistrazione (la burocratizzazione è un vero cancro per la collettività),  il divario Nord e Sud, come si vuole ridefinire il ruolo dello Stato, come si intende tornare a far crescere il paese perchè senza crescita il rapporto debito/Pil aumenta e il problema maggiore dell’Italia è l’assenza della crescita. Problemi che dovrebbero essere affrontati partendo da una politica di ridistribuzione equa dei redditi e da  investimenti utili, che è l’esatto contrario di meno meno tasse per i ricchi.

Un Governo ci sarà perchè Salvini e Di Maio si stanno occupando molto delle proprie carriere (come Renzi e i governanti di ieri) ma neppure per un attimo si sente l’ardore per le sorti del Paese.

Il guaio emergerà quando gli italiani si accorgeranno che avranno un governo ma non avranno governanti, d’altra parte gli italiani hanno fatto bene a esprimere il voto a favore della Lega e del Mov. 5 Stelle ma non penso che sarebbero contenti in caso di un intervento chirurgico di essere nelle mani di Di Maio o Salvini e neanche prenderebbero  un aereo se a guidarlo fossero i due giovani leader. Anzi, diciamolo, nessun genitore sarebbe tranquillo se l’autista che guida lo scuolabus che accompagna i figli fosse uno dei due capi e se fossero i proprietari della ruspa preferirebbero tenerla in garage piuttosto che lasciarla nele mani del capo della Lega. Ci sarà un Governo ma non la responsabilità di governare in attesa di nuove elezioni dove Luigi Di Maio e Matteo Salvini cercheranno di consolidare i loro ruoli a capo dei due poli post destra/sinistra che sono diventate parole prive di significato.

 Tuttavia sino ad ora tutti i tentativi di andare oltre la dialettica destra/sinistra sono sfociati nel totalitarismo. Forse l’unica via per fare uscire il Paese dalla crisi è un sistema elettorale presidenzialista alla francese di elezione del Presidente della Repubblica a doppio turno che obbligherebbe i governanti ad una assunzione di responsabilità e a rispettare le istituzioni democratiche.

Io sono vecchio e sono nato a sinistra, non mi faccio ormai più illusioni, ma mi resta la consapevolezza che solo istituzioni democratiche e uno Stato efficiente consentono di far crescere la società ed è quello che accade in Germania e nei paesi del Nord Europa dove le èlites non hanno bisogno di uno Stato democratico, imparziale e efficiente per curare i propri interessi ma il popolo, le fasce deboli della società non possono sperare in altro se non rivolgersi a un nuovo uomo della provvidenza o della disperazione.

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Paolo Marchesani Purtroppo credo che tu abbia analizzato esattamente la situazione che il paese si trova a vivere. La situazione è impergata su lega e 5stelle, le due forze populiste che sono riuscite a superare il populismo renziano e berlusconiano. Tutto l’insieme, indica un paese in forte deficit di classe dirigente. Anche Liberi e Uguali purtroppo non è riuscito ad essere diverso. Non era populista ma, purtroppo, semplicemente non era. Anche li il livello di classe dirigente, a mio parere, nonostante i nomi in gioco non è stato alla altezza. La gente ha votato con una percentuale alta perché ha potuto esprimere un voto controsistema. Questo fatto, unito alla impreparazione politica – amministrativa di lega e 5stelle, innesca una situazione di elevata pericolosità sul piano democratico. Queste due forze hanno visioni solo di campagna elettorale e, certamente non di governo e, meno ancora di strategia. Le difficoltà economiche, con relativo problema occupazionale e aumento degli squilibri sociali ai quali, credo occorra aggiungere un ulteriore isolamento e/o irrilevanza internazionale ed europea, faranno si che di ciò che hanno detto in campagna elettorale, quasi nulla verrà realizzato. Quindi la situazione se non si riprenderà da sola, sembra destinata a peggiorare. Io da tempo sostengo che il fallimento populista implica rischi democratici perché la gente a quel punto sperera’ in chi gli possa dare risposta, con qualsiasi mezzo. Solo se la sinistra esce dal torpore in cui si trova, potrebbe formulare proposte convincenti ed arginare la situazione che altrimenti scivolerebbe a destra. Ma per ora non vedo traccia significativa.

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