Conoscersi da vicino

per Luigi Altea
Autore originale del testo: Luigi Altea

di Luigi Altea 6 giugno 2017

Abdel Alì è un ragazzo marocchino di trent’anni.

Era il Novembre del 2015 quando, accompagnato da un’infermiera, fu condotto nella stanza dove ero stato portato io, dopo due giorni passati in rianimazione.

Abdel era stato ricoverato per subire il quarto difficile intervento al cuore.

Erano i giorni in cui, dopo l’attentato di Parigi, in Francia e in mezza Europa veniva ricercato uno dei terroristi sopravvissuti.

Abdel aveva una barba folta e lunga fino quasi alle ginocchia.

Del suo volto era possibile scorgere solo i suoi grandi occhi neri, e lucenti come due fari.

Uscita l’infermiera e rimasti soli…si creò un certo imbarazzo.

Fui io a rompere il silenzio.

Ma come, dissi, ti stanno dando la caccia in mezzo mondo…e proprio qui, nella mia stanza, dovevi rifugiarti?

Ancor prima di finire la frase ero già pentito della cazzata che stavo dicendo.

Abdel Alì, invece, scoppiò a ridere, rivelando i suoi denti bianchissimi, e la vivacità della sua intelligenza.

Non ho mai conosciuto una persona più dolce e più rispettosa di questo ragazzo.

Mi chiese il “permesso” di pregare secondo la tradizione musulmana. Usciva dalla stanza quando ricevevo visite. E quando veniva a trovarlo un parente, usciva con lui in corridoio, per lasciarmi riposare tranquillo.Spegneva il suo televisore (benché utilizzato con l’uso delle cuffie) se capiva che anche il solo bagliore dello schermo poteva darmi fastidio. Alzava e abbassava le tende, accendeva e spegneva le luci, sempre in funzione delle mie esigenze e mai delle sue.

Abdel, finché non entrò in sala operatoria, si prese cura di me.

Di lui, tuttavia, ricorderò per sempre la curiosità umana.

Mi chiedeva dei miei figli, dei loro studi, del loro lavoro. Se erano sposati, se avevano figli, se mia nuora aspettava un bambino o una bambina, se avevo nostalgia della mia Sardegna…

Ho avuto tanti altri compagni di stanza durante quei due lunghissimi mesi.

Erano tutti rigorosamente cristiani, cattolici, e apostolici romani.

E quasi tutti, apostolicamente, se ne fregavano di me e delle mie esigenze…

Molti passavano giorno e notte a smanettare sui tablet o sui telefonini…

Mi chiedevo e mi chiedo non tanto quale uso noi facciamo della tecnologia, ma quale uso la tecnologia ha fatto di noi…per ridurci così.

Ciao Abdel. Grazie ancora!

Non lasciarti assimilare. Resta sempre così, dolce e pieno di bontà con tutti.

 

 

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