Cooperative con finalità sociali o a scopo di lucro?

per Gabriella
Autore originale del testo: Andrea Garofani
Fonte: facebook di "da sinistra per BERSANI"

di Andrea Garofani – 6 dicembre 2014

In questi giorni si parla molto dello scandalo scoppiato a Roma quello che mi colpisce in questa vicenda e’ il sostanziale silenzio della Lega delle Cooperative. Mi spiego al di là della dissociazione dal presidente della cooperativa romana, nonché dirigente del consorzio nazionale servizi, dell’annuncio di costituzione di parte civile da parte delle centrali cooperative non ho letto una riga di autocritica su quanto è accaduto, né una riga di analisi e di valutazione su quanto accaduto e su quello che si deve fare per evitare situazioni di questo tipo. Nessuna dirigente di rilievo ha parlato, in compenso ho letto la dichiarazione di Poletti in risposta al bellissimo articolo di Saviano su Republica dove non dice niente se non che soffre e che è una persona onesta. Il punto non è questo sul fatto che Poletti sia una persona onesta io non ho dubbi, ma non basta, il problema non è neppure la foto. Il problema è riflettere su che cosa è oggi la cooperazione in generale e la cooperazione sociale in particolare. Io x ragioni professionali ho lavorato negli ultimi 17 anni con molte cooperative sociali ed ho assistito ad un progressivo cambiamento che ha comportato un accentuazione della logica aziendalistica a sfavore della logica dei valori e delle priorità tipiche della cooperazione sociale. Cioè ci sono cooperative sociali che attribuiscono al tema valoriale una centralità e cooperative sociali che di fatto sono delle aziende individuali o familiari camuffate da cooperative che si muovono nella logica del fatturato e del profitto. Nulla di formalmente illecito, ma sostanzialmente inaccettabile perché snatura la logica fondante della cooperativa e non si pone l’obiettivo di valorizzare il ruolo dei soci lavoratori e dei lavoratori in generale. Se si pensa che il tema della redditività delle cooperative sociali sia fondante si rischia di spostare l’obiettivo di fondo che dovrebbe essere quello del benessere dei lavoratori soci e non soci, della solidarietà e della partecipazione democratica alla gestione della cooperativa insieme ad una gestione economica equilibrata. Quindi si rischia di valutare la qualità della cooperativa sociale solo dal fatturato, e non dalla qualità del lavoro, dei servizi gestiti, del benessere dei lavoratori, dei progetti innovativi realizzati. Come abbiamo visto il presidente della Cooperativa 29 Giugno faceva dei fatturati enormi e per questo era stato valorizzato nella Lega delle Cooperative, forse era meglio guardarci dentro a quei fatturati, perché non lo si è fatto che cosa pensa di fare la Lega delle Cooperative per “guardare dentro” alle cooperative ed evitare che si ripetano situazioni analoghe, lo dico perché conoscendo bene la cooperazione sociale so che non solo ha un ruolo indispensabile ma è fatta in grandissima parte di persone oneste.

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