Cuba e l’America

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Valentino Parlato, Enzo Leva, Fabio sartori, gabriele Pastrello,
Fonte: fondazione Luigi Pintor - facebook
Url fonte: http://fondazionepintor.net/corsivi/parlato/cuba/

Barack Obama in questa fine dell’anno ha annunciato la fine dell’embargo imposto dagli stati Uniti nel 1961 e tutti i giornali hanno commentato questo storico passaggio. Anche noi abbiamo raccolto le opinioni di Valentino Parlato, pubblicate sulla Fondazione Luigi Pintor, il commento di Enzo Leva all’articolo stesso e la riflessione di Gabriele Pastrello in risposta a un commento su facebook di Fabio Sartori.

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CUBA E LE TENTAZIONI DI OBAMA

 di Valentino Parlato, 22 dicembre 2014

 Quando è stata annunciata la fine dell’embargo Usa contro Cuba, molti quotidiani (Repubblica tra gli altri) hanno fatto grandi titoli sulla “caduta del muro”. Niente di più contrario alla verità: qui era tutto il contrario del muro di Berlino. Qui, come ha scritto Luciana Castellina sul manifesto del 19 dicembre, aveva vinto la resistenza cubana. Il socialismo cubano, dopo aver resistito a più di mezzo secolo di bloqueo ( e anche ad aggressioni militari) aveva vinto: Obama annunciava la fine dell’embargo. Un successo che ha confermato la vitalità del socialismo cubano e l’importanza della solidarietà dei paesi dell’America Latina, sempre più autonomi dagli Stati Uniti  che Obama non può ignorare.

Il successo è indiscutibile, ma apre un interrogativo assai serio: Cuba ha resistito all’embargo, ma  resisterà alla fine dell’embargo e alle iniziative mercantili e politiche che governo e imprese Usa metteranno in campo?  Dopo l’embargo ci sarà da parte degli Usa un’offensiva economica, ma anche politica e culturale, un po’ coperta da grandi dichiarazioni di amicizia. Si apre una nuova partita che dovrebbe coinvolgere (anche per il valore simbolico di Cuba) tutte le forze di sinistra,  anche quelle  italiane che finora va detto non hanno dato sufficiente risalto alla vittoria della resistenza cubana.

Quella di Obama è stata una ammissione di sconfitta (anche se un po’ coperta dall’intervento di Papa Francesco) è quindi prevedibile che Obama tenti una rivincita con le armi del “libero mercato”.

 Quella che avanzo è una previsione, che mi pare assai ragionevole. Obama deve sapere che gli oltre  50 anni di embargo hanno fatto crescere nella coscienza dei cubani la difesa della propria indipendenza politica e ideale. Ma noi dobbiamo anche sapere che l’offensiva mercatistica ci sarà e,  forse, sarà più pericolosa dello stesso embargo.

barrak

Enzo Leva

Non mi preoccuperei tanto delle possibili ricadute mercantili future dovute all’ingresso in Cuba di capitali USA: se – come fatto finora – gli investimenti saranno possibili solo con joint-venture con lo Stato cubano (che conserva per sé il 51% della proprietà per fare e disfare accordi al momento, secondo propria convenienza), i rischi non sono poi eccessivi. E comunque, dipende da come si atteggerà Raúl.

Quel che invece mi fa supporre grandi cambiamenti nella vita di tutti i giorni dei cubani è il fatto che, già da prima del definitivo “desembargo”, viene concesso agli statunitensi di visitare l’isola quante volte vogliono e di importarvi fino a 4.000$ a trimestre.

Solo a Miami vi sono oltre 1,5 milioni di esuli cubani, che finora potevano andare a Cuba solo una volta ogni 3 anni (anche se, passando per Cancún, vi andavano più spesso), avere con sé limitate quantità di denaro e mandare solo 400$ a trimestre alla famiglia.

Adesso potranno attraversare le 200 miglia di mare con facilità e spendere quanto vogliono: difficile supporre che questo provocherà una repentina ascesa dei prezzi, specialmente nel settore immobiliare, già aumentato di almeno 50 volte (5000% !) negli ultimi dieci anni?

http://enzoleva.it/cuba-usa-un…

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Fabio Sartori – l’iniziativa a mio giudizio è partita da Cuba, non dagli USA. per convincere gli USA da parte mia faccio l’ipotesi che a Cuba abbiano accettato condizioni che la portino di fatto dentro l’area del dollaro.

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di Gabriele Pastrello – 25 dicembre 2014

L’INIZIATIVA E’ PARTITA ANNI FA CON IL VIAGGIO DI WOJTYLA. E RIPETO SE NON CI FOSSE UNA QUALCHE RAGIONE INTERNA ALL’AMMINISTRAZIONE CHE NON SAPPIAMO, LA STRATEGIA PIU’ OVVIA SAREBBE STATA ASPETTARE CHE CUBA ANDASSE A GAMBE ALL’ARIA (IN CONSEGUENZA DELLE DIFFICOLTA’ DEL VENEZUELA POST-CHAVEZ, CHE AVEVA TENUTO IN PIEDI CUBA IN QUESTI ANNI) E RACCOGLIERLA CON IL CUCCHIAINO. QUINDI NE’ INIZIATIVA CUBANA, E FORSE NEPPURE USA (NON SE NE CAPISCE LA RAGIONE). QUINDI PENSO CHE L’INIZIATIVA SIA SUDAMERICANA CON LA COPERTURA DEL VATICANO.

OVVIO CHE CUBA ENTRERA’ NELL’AREA DEL DOLLARO. MA TI SEMBRA QUANTO GLIENE POSSA FOTTERE ALLA FED E A WALL STREET DI CUBA, NON E’ MICA IL BRASILE. PER DI PIU’ CON I PREZZI CHE L’AMMINISTRAZIONE PAGA AGLI ESULI CUBANI. QUI SAREBBE INTERESSANTE VEDERE SE ‘TUTTI’ I REPUBBLICANI SI SCHIERANO CON GLI ESULI O NO. L’UNICA FORZA POLITICA CHE IO VEDO ABBIA AVUTO L’INTERESSE E ANCHE LA FORZA DI CONVINCERE I DUE DIALOGANTI E’ L’ORGANIZZAZIONE DEGLI STATI SUDAMERICANI. QUINDI IO VEDREI LA MOSSA CUBANA COME UN PRIMO PASSO PER ACCORDI PIU’ AMPI.

DOPO LA STAGIONE DELLE DITTATURE FILO-USA, FORSE STA FINENDO LA STAGIONE ANTI-USA (VENEZUELA, BOLIVIA). GLI STATI GRANDI, ARGENTINA E BRASILE FORSE SI SENTONO IN GRADO DI RIALLACCIARE UN RAPPORTO MENO SQUILIBRATO. E EVIDENTEMENTE CI SONO CONVENIENZE USA (CHE NON POSSONO CHE ESSERE CONTINENTALI; COSA VUOI CHE CONTI CUBA) TALI PER CUI HANNO DOVUTO DARE UN SEGNO DI BUONA VOLONTA’ FACENDO LA PACE CON CUBA. PERCHE’ QUESTO PER 50 ANNI E’ STATO IL CENTRO DELLA CONTESA. CON GLI USA CHE ATTACCAVANO A TESTA BASSA CUBA E GLI STATI SUDAMERICANI CHE LA DIFENDEVANO.

IO HO INTERPRETATO MALIZIOSAMENTE LA FRASE DI OBAMA: SIAMO TUTTI AMERICANI, COME LA RIPROPOSIZIONE DELLA DOTTRINA MONROE (L’AMERICA AGLI AMERICANI), MA FORSE SONO STATO TROPPO MALIZIOSO. PUO’ DARSI INVECE CHE SIA PROPRIO LA FINE DELLA DOTTRINA MONROE: CIOE’ VOGLIA DAVVERO DIRE ‘SIAMO TUTTI AMERICANI DI (QUASI) PARI DIRITTO’ (LA DOTTRINA MONROE VOLEVA DIRE CHE L’AMERICA DEL SUD SI DOVEVA SOTTOMETTERE AGLI USA). DUE LIDER VECCHI E UNO AMMALATISSIMO (FIDEL E RAUL) DI UN PAESE CHE DA QUASI TRENT’ANNI GALLEGGIA GRAZIE AL VENEZUELA E AL TURISMO (PARA)SESSUALE. (QUANTI NE CONOSCIAMO DI ‘AMICI DI CUBA’!) NON PUO’ CERTO OPERARE UNA SVOLTA SIMILE. MA ONORE AL LIDER MAXIMO PER ESSERE RIUSCITO A NON CEDERE MAI. PERCHE’ E’ QUESTA RESISTENZA CHE PERMETTE OGGI AGLI STATI SUD-AMERICANI DI POTER SPENDERE LA CARTA SIMBOLICA DELL’ACCORDO E OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI OBAMA: SIAMO TUTTI AMERICANI. ONORE A FIDEL PER QUESTO.

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