Fonte: Politica prima.it
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di Giangiuseppe Gattuso -21 gennaio 2015
Dopo quasi nove anni un nuovo presidente prenderà presto il posto di Giorgio Napolitano, uno dei politici più longevi della storia dell’Italia repubblicana.
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Sul quale non voglio esprimere giudizi, né sul ruolo svolto, né sulla lunghissima permanenza al Quirinale. La storia giudicherà.
Mi interessa, invece, immaginare la figura del successore. Individuarne il ‘profilo’ ma anche, per usare una battuta di un mio amico (s.b.), l’immagine frontale. Intendo parlare del ‘mio’ Presidente, del Presidente degli italiani. Tutti. Senza pregiudizi ed esclusioni.
L’elezione del Capo dello Stato è stato sempre un momento travagliato. Le forze politiche, i partiti, hanno costantemente cercato di ‘posizionare’ su quella poltrona individui vicini alla linea dominate. Anche se la carica e il ruolo ‘solitario’ previsto dalla nostra Costituzione, hanno avuto il potere di modificarne in corso d’opera la personalità. Uno sguardo attento sui settennati precedenti evidenziano questo aspetto non secondario. Per cui abbiamo avuto presidenti capaci di condizionare il corso della storia attraverso interventi e decisioni difficilmente prevedibili. A questo proposito risulta molto interessante leggerel’analisi di Michele Ainis sul Corriere della Sera di mercoledì 14 Gennaio 2015.
I ‘poteri’ assegnati dalla Costituzione al Presidente, hanno assunto, nel corso degli anni, una dimensione sempre più rilevante per la grave e lunga crisi della Politica e dei partiti. Tutto ciò ha ‘costretto’ il Capo dello Stato, a volte per necessità, a svolgere funzioni di supplenza al limite dei compiti previsti dall’art. 87 e dell’art. 92, che ne configurano il ruolo di Garante dei principi costituzionali e dell’unità nazionale. Oltre che quello di nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri e su proposta di questi i Ministri medesimi. E, tralasciando per economia di spazio gli altri, il potere fondamentale dello scioglimento del Parlamento e indire nuove elezioni. Insomma, senza volere approfondire ulteriormente, si tratta di una carica importante che ha una valenza enorme per la tenuta del nostro sistema istituzionale.
Chiunque può essere eletto Presidente. Basta che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici. Lo prevede l’Art. 84 della Costituzione. Che consente di spaziare tra le molte migliaia di cittadini italiani, degni di tale carica, sparsi nella penisola e anche oltre. Solo che ci vorrebbe un miracolo, una presa di coscienza collettiva per superare divisioni, rancori, vendette, e ogni altro infimo sentimento umano che aleggia tra i rappresentanti dei partiti e tra i1009 ‘grandi elettori’. Deputati e senatori e i 58 rappresentanti delle regioni, il corpo elettorale. ‘Loro’ hanno il potere di eleggere a scrutinio segreto, e quindi nell’ombra, attraverso trattative segrete, e senza alcuna trasparenza, il Presidente della Repubblica. “Insomma – come dice beneErnesto Galli della Loggia sul Corriere del 21 Gennaio 2015 – tutto il repertorio del machiavellismo da poveracci della peggiore tradizione nazionale”.
In un film del marzo 2013, “Benvenuto Presidente!”, per le difficoltà di individuare un nome condiviso, il Parlamento decise di votare un nome di fantasia. Giuseppe Garibaldi. Che per coincidenza della sorte, però, corrispondeva ad un simpatico bibliotecario di un piccolo paese, amante della natura e della montagna.
Scaraventato al Quirinale in un ruolo per il quale era evidentemente inadeguato, dimostrò con il suo buonsenso, l’onestà, i suoi gesti istintivi, e l’ingenua follia di poter fare, incredibilmente bene il Presidente della Repubblica, conquistando le istituzioni e il Paese. Ma tutto questo era un film, e, ovviamente un’idea simpatica e bizzarra.
Ma sarebbe veramente così strano avere un Presidente ‘normalmente umano’? Al di sopra della logica dei partiti. Attento ai temi della giustizia sociale, dei diritti civili, delle povertà, vicino alla gente e sensibile ai problemi quotidiani delle famiglie. E che si adopera in ogni modo per migliorare la vita dei suoi concittadini. Assolutamente imparziale e si sforzi di apparire tale.
Che può anche andare in giro con la sua automobile e senza scorte enormi; e che magari attende la fila per essere visitato dai medici della mutua; abita in una casa ‘normale’ e non in un castello, e con un compenso ‘adeguato’ per vivere dignitosamente. Capace di parlare allo stesso modo al cuore dei cittadini
e anche ai capi del mondo. Insomma, sarà anche un’ipotesi improbabile, una geniale follia. Ma chissà che il giovane fiorentino, nella sua ansia di stupire, non ci faccia sognare. Difficile?


