Elena Basile: Agli astensionisti chiedo: votiamo per chi dice Pace

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Elena Basile

“La guerra… esige un cieco entusiasmo e odio contro il nemico. A tale compito si dedicarono all’epoca gli intellettuali… e i giornalisti. Si giunse a… denunciare chi sosteneva che la guerra fosse un delitto perché i ‘disfattisti’ dovevano essere ritenuti i peggiori criminali…”. Stefan Zweigg ne Il mondo di ieri descriveva il clima anteriore alla prima guerra mondiale. Lo cito nel libro L’Occidente e il nemico permanente perché tutti possano rendersi conto delle inquietanti assonanze con lo spazio politico-mediatico e accademico odierno. Abbiamo la netta “percezione di come la Storia, i suoi crimini e la tremenda ottusità umana si ripetano”.

Ho invece un sogno. I conflitti in Europa e in Medio Oriente di cui le classi dirigenti occidentali sono complici, avendo responsabilità oggettive e innegabili, dovrebbero costituire la cartina di tornasole per smascherare il falso liberalismo e la falsa democrazia della destra al potere ma anche del centrosinistra, dei liberali e dei moderati ai quali anche io un tempo davo la mia fiducia. I conflitti sono una opportunità per il ritorno alla politica come progetto di trasformazione della società in nome dei beni comuni dei popoli: pace, prosperità, sviluppo sostenibile, Stato sociale, sanità, istruzione di qualità e accessibile, trasporti efficienti e gratuiti, ricerca e sviluppo, partecipazione democratica. Già nel 1996 Marco Revelli con un magnifico libro, Le due destre, aveva compreso appieno il processo che, sulla base del principio “non c’è alternativa”, avrebbe portato alla sostituzione della politica con la governance, oscuro nome inglese che potremmo tradurre con “gestione dell’esistente”. Questo spiega perché nel contesto di impoverimento culturale attuale, mediocri burocrati siano candidati alle più alte cariche.

Gli ideali europei sono stati traditi. Non c’è pace in Europa e i leader che credevamo democratici si alternano in esternazioni mai ascoltate in passato, guerra diretta contro la Russia potenza nucleare, sconfitta della Russia e sua disintegrazione, e discettano di armi nucleari confidando che il “macellaio, killer e pazzo zar”, sia più saggio di loro e non ricorra all’arsenale nucleare di fronte a un chiaro attacco al territorio russo, alla sicurezza del Paese. Siamo arrivati a questo punto nel 2024.

Gli Stati Uniti hanno tutto da guadagnare. Rifinanziano il loro sistema impazzito basato sull’anomalia di una potenza egemone che ha un debito e un deficit commerciale insostenibili, rendono l’Europa vassalla e lucrano con le loro oligarchie finanziarie, energetiche e delle armi, combattono una guerra senza rischiare vite umane. I popoli europei hanno tutto da perdere: la sicurezza, data l’instabilità del confine orientale, l’autonomia strategica, lo sviluppo economico, democratico e sostenibile basato sulla convivenza con Mosca. Vi saranno recessione, disoccupazione, inflazione, mancanza di libertà di stampa e di espressione nella nuova Europa polacca e in guerra. In Medio Oriente la perdita dei valori che ha accompagnato la crescita politica, economica, democratica e culturale dell’Europa nel secondo dopoguerra è ancora più evidente e drammatica. Finanziamo e legittimiamo un massacro di innocenti che non ha alcuno sbocco politico se non la pulizia etnica, spianare Gaza e rendere possibile la continuazione dell’apartheid in Cisgiordania. Stiamo assicurando l’impunità al governo terrorista di Netanyahu, tracciando il percorso per l’isolamento internazionale di Israele, del suo divenire Stato canaglia. Stiamo preparando il terreno a nuovi rigurgiti di antisemitismo basati sulla falsa associazione di comunità ebraica, sionismo, terrorismo di Stato. I liberali, i democristiani, i moderati, i falsi socialisti, non riconoscono la Palestina, non sanzionano il terrorismo di Stato, non fanno cessare il fuoco come è in loro potere, piangono lacrime di coccodrillo di fronte alle vittime bruciate vive dei campi profughi, ai bimbi amputati e agonizzanti. It is sad but it is worth it fu la famosa frase di Madleine Albright di fronte al mezzo milione di vittime irachene. Siamo nelle mani di Biden che si guarda bene dal far cessare il fuoco per non minare la sua carriera politica e di Netanyahu che nei bambini morenti vede un futuro politico. Sono politici o criminali? Lo chiedo a voi che non votate, a voi che siete rassegnati e avete imparato a pensare alle vostre tasche e alla vostra magra routine perché un potere vale l’altro. Ma ancora abbiamo una parola, ancora possiamo diventare protagonisti, un’ultima speranza in nome dei bambini di Gaza, dei diciottenni ucraini massacrati, per favore votiamo contro, diamo un segnale! Fosse anche soltanto la pietra di Sisifo spinta in cima alla montagna, alziamo il pugno contro i carnefici odierni, votiamo per i partiti e i movimenti che hanno la pace come parola d’ordine.

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