Fonti amare

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 26 ottobre 2016

Oggi, in un articolo di Lorenzo Salvia e Mario Sensini (Corsera, pag. 6), veniamo a sapere che per gli statali ci sarebbe una brutta notizia: “l’anno prossimo le risorse aggiuntive per il settore ammontano a 1,4 miliardi di euro, contro l’1,9 di cui si era parlato”. Capite la notizia? Qui non si tratta solo di una decurtazione a svantaggio dei dipendenti pubblici. Ma di un fatto enorme, innovativo. Una delle slides di #passodopopasso (praticamente il codice di Hammurabi dell’Era Renziana) è stata sottoposta a modifica. In particolare, quella dove si annunciavano, appunto, 1,9 mld di euro destinati agli statali. Si tratta davvero di un momento di svolta. È la prima vera, manifesta riforma delle slides a memoria umana. Avvenuta per di più a opera di un articolo di quotidiano. Media vs media. La cosa non può passare inosservata anche perché ne insorgono, ovviamente, questioni che andrebbero affrontate in punta di diritto. Quella per cui se sia possibile che un articolo di quotidiano possa modificare una slides. Nella gerarchia della fonti cosa viene prima? Le slides o l’articolo carteceo? Ricostruiamola, allora, questa gerarchia.

“In cima a tutto c’è l’Annuncio. Dal quale ogni cosa scaturisce.
Questo ognuno lo sa.
Poi ci sono le slides, che di quell’Annuncio sono la parousia.
Poi ci sono le conferenze stampa a Palazzo Chigi, rigorosamente senza contraddittorio.
Poi le partecipazioni a Porta a Porta.
Poi i selfie, che sono della stessa sostanza delle icone.
Poi i tweet, i post, le chat.
Poi le Direzioni in steaming.
Poi c’è la stampa, a partire dai ‘retroscena’.
Poi c’è il Parlamento, meglio se a zero euri e di soli nominati.
Poi c’è la Fiorentina.
Poi la Costituzione, meglio se riformata, pasticciata e illeggibile.
Poi ci sono i cittadini che dicono ‘Sì’.
Poi nulla.
Poi nulla.
Poi ancora nulla.
Poi vengono i ‘comunisti ‘, i gufi, i rosiconi, i professoroni, e ogni sorta di avversario renziano.
E si può dire ch’è finita”.

Appare evidente, da questa classifica, che nessun articolo di giornale potrebbe riformare le slides, in quanto parousia dell’Annuncio. E che solo quest’ultimo è nella facoltà di farlo. Così che, se il contenuto dell’articolo corrispondesse anche a verità, ciò nonostante solo un Annuncio potrebbe ristabilirla formalmente, modificando con ciò il contenuto della slide in questione. Non è chiaro? Non c’è problema. È tutto raccolto e spiegato in un agile volumetto della Presidenza del Consiglio, “Il diritto spiegato ai rosiconi”, scritto da Matteo Renzi e introdotto da Matteo Orfini, con postazione di Matteo Ricci e contrappunto dialettico di Matteo Salvini. Una gragnuola di Mattei, insomma. E si può dire ch’è finita.

PS. Mi scuso doverosamente con Ignazio Silone 🙂

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