Fonte: Minima Cardiniana
Franco Cardini: Il Grande Gendarme costituito da USA e NATO può pretendere di dominare il mondo con le sue proclamate buone intenzioni e con la sua pratica egemonica e repressiva?
Poche parole, stavolta. Le elezioni incombono, poi o cascherà il mondo o ci saranno le vacanze. Ma in questo paese (e anche in altri), mettiamola come vogliamo metterla, ma il fatto è che la dinamica progressiva delle democrazie parlamentari sta facendo significativi passi nel senso del loro fatale processo di oligarchicizzazione: ormai non è più questione di destra e di sinistra (i poteri che in un modo o nell’altro si qualificano ancora in uno di questi due modi procedono a vele spiegate verso la reciproca fusione in un nuovo rovinoso trasformismo), bensì di alto (i governanti) e basso (i governati): ceti medi e pareri articolati recedono fin quasi a scomparire. Quanto al mondo sempre meno qualificato della cultura, è come nella celebre massima economica: la cultura cattiva scaccia quella buona, esattamente come la moneta cattiva scaccia quella buona.
Menzogna e brutalità imperano. Una rete di alleanze ambigue e di colpi di stato travestiti da “rivoluzioni” policrome stava circondando la Russia per impedirle di riacquisire una parte del ruolo che storicamente le spetta nel contesto dei rapporti di potere e di forza eurasiatici: almeno dal 2008 la si provoca apertamente, nel 2022 la si è quasi costretta a una guerra che in un certo senso era già scoppiata almeno da otto anni prima: eppure è “Putin” che, si dice, “minaccia l’Occidente”. Oltre sessant’anni fa, nel 1963, gli USA reagirono ai missili russi che avrebbero potuto minacciarli da Cuba, e allora si disse che l’URSS era stata una bieca provocatrice. Ora, oltre sessant’anni dopo, a una soluzione singolarmente simile – a ruoli rovesciati – si reagisce blaterando che “c’è un aggressore e un aggredito”: eppure “l’aggressore” almeno dal 2014 veniva provocato alle soglie di casa sua nel compiaciuto silenzio dell’Occidente.
L’antisemitismo avanza pericolosamente. È vero, forse: ma chi ne sono i protagonisti? Qualche criminale razzista fuori di testa? Per quelli basterebbe applicare tranquillamente le leggi. Vi sono oggi seri centri di studio, autentici istituti di ricerca, facoltà universitarie, case editrici autorevoli, importanti emittenti televisive, che sostengono con forza e autorevolezza le vaneggianti ragioni degli antisemiti? O bastano quattro studentelli di una facoltà americana che bruciano un paio di bandiere d’Israele a giustificare l’isterico vaneggiar di quanti gridano al nuovo pericolo nazista?
Non nascondiamoci dietro a un dito. È la cricca di Bibi Netanyahu e la banda dei suoi sostenitori (israeliani, ebrei del mondo della “diaspora”, non-israeliani e non-ebrei sparsi in tutto il mondo) che ha consentito al massacro di Gaza e alla progressiva cacciata dei palestinesi dalla Palestina. Quella gente quando s’imbatte nei nazisti veri non li riconosce nemmeno. Chi sono per loro quelli del reparto “Mare d’Azov”? Dei buontemponi in vena di scherzare che giocherellano con “antichi simboli” runici? Questi sono gli autentici suscitatori di un nuovo sentimento antisemita. E lo fanno per poter legittimamente sostenere la loro “azione di difesa contro l’antisemitismo”.
Né l’impudicizia criminale accenna a fermarsi. Uno schizzato neonazistoide “pacifista” (chissà quanti ce ne sono a contestare le manifestazioni palestinesi) può sparare a bruciapelo al leader degli slovacchi che finalmente si stanno risvegliando dal sonno ipnotico del “pensiero unico” želenkista: di ricerca dei mandanti manco si parla. Un elicottero precipita e muoiono due autorevoli politici iraniani pochi giorni dopo l’annunzio di una comune iniziativa indoiraniana nel campo delle installazioni portuali: e c’è chi minaccia per questo dal di fuori i due paesi in questione come se il diritto alla sovranità non esistesse e come se il Grande Gendarme costituito da USA e NATO potesse davvero pretendere di dominare il mondo con le sue proclamate buone intenzioni e con la sua pratica egemonica e repressiva.
Questo è l’Occidente: il Leviathan che minaccia col ricatto nucleare tutti i popoli della guerra: una guerra ch’esso vuole tanto più quanto più è consapevole di avere ormai (dallo scoppio della “guerra fredda”, dalle guerre in Corea in Vietnam in Afghanistan in Iraq sino all’attuale irreversibile eclisse dell’unilateralismo) “perduto la pace”. Una guerra alla quale aspira in quanto, delle sue molte superiorità del passato, una gliene è rimasta, quella nucleare: e con essa egli s’illude di continuar a intimidire e a ricattare il mondo.
Siamo tutti sulla stessa barca; e c’è a bordo un pazzo con una valigia piena di dinamite. Bisogna fermarlo. F.C.