Fuochi di fine agosto

per Gabriella
Autore originale del testo: Corradino Mineo
Fonte: facebook

di Corradino Mineo

I fuochi d’artificio o giochi pirotecnici allietano di solito la notte di ferragosto o, se preferite, la festività per l’assunzione in cielo della Madonna. Matteo Renzi li prepara per fine agosto. Il 29 agosto potrebbe licenziare e inviare alle Camere tre decreti: in materia di scuola, giustizia e appalti. Il 30, dovrebbe provare a mettere in riga l’Europa e la Merkel, chiedendo più flessibilità per chi fa le riforme e affidando la politica estera alla Mogherini. Non resta che incrociare le dita e sperare. E magari provando già da ora a  immaginare cosa resterà sul campo dopo una tale, ulteriore, ostensione del primato della politica secondo Renzi.

Il Corriere della Sera ci assicura che “Napolitano (ha) fiducia in Renzi e Padoan”. “Il premier – questo avrebbe detto il Presidente – è il padrone dell’agenda (ma) rifletta sulle priorità”. Secondo titolo dedicato al ministro Poletti, che in un’intervista non esclude (cioè auspica) “Interventi sulle pensioni alte”. “L’ipotesi (sarebbe) di un contributo o di un ricalcolo dell’assegno per aiutare gli esodati”. Repubblica parla invece di “un patto sulla flessibilità Governo – UE (che metterebbe) sul tavolo uno sconto da 5 miliardi”. L’Italia mirerebbe a ottenere un alleggerimento del fiscal compact in modo da “migliorare i saldi di bilancio” solo dello 0,25% l’anno anziché dello 0,5%. Il rapporto deficit – PIL potrebbe fissarsi al 2,2 o 2,4%, anziché, come previsto, allo 0,8%.

 

Tutto qui? È quello che i giornali sono riusciti a carpire nelle segrete stanze. Comunque quanto basta per parlare di “big bang per vincere la rassegnazione, convincere l’Europa e ripartire a razzo”.  Certo la riforma costituzionale del Senato e l’iter della legge elettorale continueranno a ingombre di carte il Parlamento, contraendo i tempi di esame dei tre nuovi decreti. Gli 80 euro continueranno a occupare le menti di chi sta cercando coperture senza ricorrere a nuove tasse. Ma che importa? Un nuovo inizio si impone. E se del Rio – lo sottolinea Padellaro, ammette che si sarebbe aspettato  “qualcosa di più dagli 80 euro”, un altro sottosegretario, Sandro Gozi, classe 1968, dice a Repubblica “Prima di crocifiggere Renzi forse era meglio aspettare i dati europei”. Ripropone, cioè, la tesi del mal comune….

In realtà il male comune postulerebbe misure eccezionali (lacrime e sangue) da spiegare senza infingimenti a protagonisti e vittime. Guido Tabellini in un’intervista al Fatto, Alesina e Giavazzi sul Corriere, riprendendo Tabellini,  propongono di “fare deficit per finanziare tagli di tasse. La BCE dovrebbe sostenere questa politica acquistando titoli di stato”. Naturalmente, dicono Alesina e Giavazzi, sarebbe bene che le imprese meno produttive potessero ridurre i salari reali, le altre pagare meno allo stato e concedere aumenti solo nell’azienda, o addirittura nel reparto, che “tira”. Nulla osta in un tale contesto che si chiedano “contributi di solidarietà” a pensionati e pubblici funzionari (come sta facendo il Governo portoghese, in parte contenuto dai divieti della Corte Suprema). E si potrebbero sfoltire gli impieghi assistenziali, quelli che servono solo per distribuire un salario o il sussidio della cassa in deroga. Pura ricetta liberista. Che lascia in pace evasione e corruzione. E cerca di sedurre gli imprenditori in fuga dagli investimenti con più agevolazioni e meno diritti per i dipendenti.

Scusate, ma se di questo si tratta, almeno diciamolo! Perché fare ammuina per tornare al posto di prima, era una strategia non esaltante già ai tempi dell’esercito di Franceschiello.

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