Gaza: rapporto drammatico di Medici senza Frontiere. Cos’altro deve succedere perché il cessate il fuoco e gli interventi umanitari necessari possano riprendere corso?

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gianni Cuperlo
Cos’altro deve succedere perché il cessate il fuoco e gli interventi umanitari necessari possano riprendere corso? La nostra mozione parlamentare insiste su questo punto. Una mobilitazione dell’opinione pubblica può spingere in quella direzione.
*Gaza: Scarpa (Pd), rapporto drammatico di Medici senza Frontiere* (ANSA) – ROMA, 06 FEB –
“Questa mattina, insieme ad alcune colleghe e colleghi del Pd, abbiamo incontrato una delegazione di Medici Senza Frontiere di ritorno da Gaza che ci ha illustrato una situazione sanitaria tragica in corso nella Striscia.
Da 56 ospedali in funzione prima dell’offensiva israeliana siamo passati a 13 funzionanti solo parzialmente: lo spazio è del tutto insufficiente per le necessità di cura, e vengono uccisi anche gli operatori di MSF palestinesi.
I medici sono costretti ad operare i feriti a terra, non ci sono medicinali perché i convogli con gli aiuti non riescono a entrare, bloccati ai valichi dall’esercito israeliano”.
Lo riferisce in una nota Rachele Scarpa, deputata Pd. “
“Tutto il nord della Striscia e il centro – racconta – sono rasi al suolo, non c’è cibo e le persone sono costrette a bere acqua piovana perché i dissalatori sono solo al sud e sono insufficienti anche per quell’area. Sono aumentati i casi di epatite A e dilaga la dissenteria, specialmente tra i bambini, e sono frequenti scabbia e altre malattie da contatto.
La situazione sanitaria attuale avrà strascichi anche in futuro, dal momento che, ad esempio, non si eseguono vaccinazioni sui bambini da mesi. ll 60% delle missioni umanitarie ONU non vengono autorizzate da Israele, che non consente l’ingresso del materiale per organizzare ospedali da campo.
In più – prosegue – la straordinarietà rispetto ad altre situazioni di guerra è l’impossibilità di scappare, mancando del tutto vie di evacuazione. Serve l’impegno internazionale, come del nostro governo, per di fare di più nell’esigere un cessare il fuoco immediato e perché gli aiuti entrino in maniera sufficiente”. (ANSA).
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