Gente di… rispetto

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giuseppe Scaravilli
Fonte: politicaPrima
Url fonte: http://www.politicaprima.com/2015/09/gente-di-rispetto.html

Faceobbok e rispettodi Giuseppe Scaravilli – 14 settembre 2015

No, non voglio parlare di “nessuna famiglia”, né tantomeno fare una cronaca di fatti. Voglio semplicemente parlare di un argomento molto delicato, attuale, un argomento che, sulle “nostre tavole” spesso manca del tutto.

Attorno a noi spirano venti forieri di tempeste che incutono ansie, affondano gli sprazzi di speranza che ogni famiglia deve avere. Quella speranza che nei giovani è quasi scomparsa a causa della mancanza di lavoro, della difficoltà a costruirsi un proprio futuro. Il tutto di fronte al dramma diventato “endemico” dell’emigrazione che sembra travolgere ogni certezza.899Tutti questi fatti portano l’essere umano a diventare egocentrico, individualista. E come conseguenza emerge sempre più un aspetto odioso dell’animo umano: la mancanza di ciò che si chiama RISPETTO. “Il rispetto è misurato, chi lo porta l’ha portato”. Ma, appunto, nelle “nostre tavole manca il rispetto”. È andato scemando quello per la famiglia, è quasi scomparsa l’attenzione per gli anziani, e dobbiamo constatare che anche verso i genitori non c’è più la devozione di una volta. E che dire della mancanza di riguardo verso le donne, verso i bambini, verso chi è disagiato, verso chi è più sfortunato di noi.

Alcune forme di società arrivano ad agire in modo aberrante verso le donne, verso i bambini, addirittura vediamo nella TV casi di bambini-soldato, di bimbe schiavizzate per turpi scopi, di sfruttamento di bambini nei lavori. Tutto questo si chiama “aberrazione”, si chiama “bestialità mentale”, ahimè, ogni giorno che passa si verificano femminicidi, i casi di depravazione dilagano e non si ha il buon senso per mettere in campo interventi per evitare che la situazione sociale degeneri.

2095201776-Ma, dobbiamo dire, che la società non ha dei buoni maestri perché ogni giorno assistiamo in TV, o leggiamo nei giornali, allo spettacolo di “gente pseudo – sapiente ” che con invettive indecenti azzanna l’avversario che non è più un antagonista ma diventa un vero e proprio “nemico”. Ecco, occorrerebbe che si ritorni al bon ton, alla buona creanza, all’educazione, appunto, al rispetto.

L’intolleranza, invece, la fa da padrone e le “porcate” espresse in pubblico non si contano. Per non parlare di ciò che leggiamo attraverso i computer, e quindi nell’universo mondo di internet. Si scrivono non solo frasi sconce e maleducate, ma addirittura si arriva a postare foto con battute offensive che non hanno alcun riguardo né per chi legge, né per chi ne è il destinatario. Poi vi sono i blog, molti dei quali creati semplicemente per dare sfogo alla “libidine” mentale e morale di chi li frequenta, nei quali la decenza ed il buon senso non si sa cosa siano. Ma per fortuna ci sono anche tanti ottimi siti e blog dove il confronto e l’approfondimento sono la regola, come per esempio PoliticaPrima.

facebook-no-grazieAnche l’uso di Facebook risente di queste cattive abitudini e, purtroppo anche in questa enorme piazza virtuale la “maleducazione” è molto diffusa. Ma non dobbiamo dimenticare che, in fondo, anche i social network, come la classe politica, non sono altro che la rappresentazione della società. C’è da augurarsi, comunque, che certe esagerazioni vengano sanzionate e, se proprio necessario, si possa arrivare ad oscurare certi siti che non fanno altro che diffondere sconcerie influenzando assai negativamente i nostri giovani e soprattutto gli adolescenti.

È troppo facile affermare che, in nome della libertà d’espressione, “tutto si può”, ma il tutto quando viola la libertà degli altri è solo arroganza, tracotanza, e, per l’appunto, mancanza di rispetto.

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1 commento

Peter Schmailzl 17 Settembre 2015 - 13:10

La mancanza di rispetto ha l’origine in una sempre crescente ignoranza, in un degrado culturale continuo, in un ritorno ad uno stato mentale quasi preumano, ne ha colpa anche chi vuole ridurre la scuola in una caserma per futuri schiavetti senza spirito critico.

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