Fonte: Il Fatto Quotidiano
Giuseppe Conte: “Schlein decida se cambiare i dem o farsi trasformare dal vecchio Pd. La politica deve ritrovare la dignità, senza aspettare i giudici”
È una domenica un po’ così, quella per Giuseppe Conte: “Se mi stanno cercando? Da stamattina ho già messo il telefono in ricarica tre volte…”.
Fermando le primarie lei ha fatto saltare il banco a Bari e messo a rischio il campo progressista. Comprensibile che le chiedano spiegazioni.
Non è andata assolutamente così. Prima della mia dichiarazione di giovedì pomeriggio sulle primarie, tramite Michele Laforgia (il candidato civico sostenuto da M5S e Sinistra Italiana, ndr) c’era stata una continua interlocuzione con il sindaco Antonio Decaro e con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per arrivare a una dichiarazione congiunta di Laforgia e dell’altro candidato Vito Leccese, in cui prendere atto che non c’erano più le condizioni per votare. Io e Laforgia abbiamo preso atto che purtroppo non c’era la disponibilità da parte del Pd. Ma prima di parlare alla stampa avevo avvertito Elly Schlein.
Non sarebbe giusto convergere su un terzo nome, anche per non dare l’impressione di una gara con vincitori e sconfitti?
Un terzo nome allo stato non c’è. Lo abbiamo atteso invano per mesi dal Pd. Chiedere al M5S di iniziare un nuovo balletto come in Basilicata, bruciando nomi di medici, avvocati e professori universitari, sarebbe surreale. E poi il Pd non ha mai sollevato obiezioni sulla serietà e la competenza di Laforgia.
Ad Accordi &Disaccordi lei ha detto che “il Pd può vincere le primarie sempre perché è attrezzato”. Ha strappato perché temeva di perdere nei gazebo?
No. Il clima creatosi a Bari era di grande favore per Laforgia, tutte le nostre antenne sul territorio ci dicevano che era in vantaggio su Leccese. Ma non potevamo rimanere indifferenti di fronte a inchieste che parlano di voti comprati per 50 euro.
Lei detta le condizioni al Pd in vista delle Europee. Puro opportunismo.
Queste accuse ci arrivano ciclicamente dal Pd e da altri partiti ogni qualvolta applichiamo i nostri principi. È successo quando abbiamo preso una chiara posizione sul conflitto russo-ucraino, così come quando per primi , pur condannando le atrocità di Hamas, abbiamo nel contempo denunciato la catastrofe a Gaza. Ma noi siamo semplicemente coerenti con i nostri valori, che ispirano dall’origine le battaglie del M5S.
Commissariare il Comune di Bari impedendo il voto sarebbe eversivo, come sostenuto dal dem Francesco Boccia su Repubblica?
Confido che non si arrivi a tanto e che l’amministrazione uscente possa collaborare con la commissione di accesso per fornire tutti gli elementi che comprovino l’impermeabilità delle strutture comunali alle infiltrazioni mafiose.
Emiliano e Decaro hanno peccato di troppo trasformismo in questi anni?
Non mi piace parlare dei singoli, bensì di problemi politici sulla base di traiettorie e soluzioni. Il M5S, a differenza del passato, non ha continuato a rifugiarsi in un isolamento dorato dove è facile vantare la purezza. Però rifiutiamo e rifiuteremo sempre compromessi al ribasso.
Uscirete dalla giunta pugliese? A sensazione, sì.
Non anticipo nulla. Faremo una conferenza stampa sul tema a giorni. Ma, dato questo contesto, nulla potrà essere più come prima per noi.
In queste ore ha sentito Schlein? Venerdì l’ha accusata di non conoscere la fatica di chi monta i gazebo.
Dopo le sue accuse no, non ci siamo più sentiti. Ma io non ho problemi di natura personale con lei. Il punto è ciò che vuole fare rispetto ai gravi episodi che hanno toccato il Pd: bisogna stabilire se vogliamo che sia la magistratura a decidere le sorti della politica o se invece la politica possa e debba avere un sussulto di dignità.
Secondo Schlein lei non ha mantenuto la parola.
L’avevo avvertita più volte che ciò che stava emergendo rendevano la situazione insostenibile, la seconda inchiesta ha fatto solo tracimare il degrado già chiaro. Schlein dal palco di Bari ha scelto gli insulti. Ci sono abituato, si è aggiunta a Renzi e Calenda che mi insultano tutti i giorni. Ma non le permetto di offendere i cittadini che hanno contribuito a costruire il M5S tra i banchetti, senza avere dietro quel sistema mediatico di cui lei gode da leader del Pd. Ora sta a Schlein: decida se trasformare il Pd, come aveva promesso, o se lasciarsi trasformare dal vecchio Pd.
Così la destra dilagherà.
Che pensino di poter approfittare di questa situazione è ridicolo, tenendo conto della loro insensibilità alla lotta alla corruzione, al voto di scambio e al trasformismo, di cui sono maestri. Sono al governo e stanno smantellando tutti i presidi anti-corruzione e di contrasto all’illegalità.