INVECCHIARE NON È UNA MALATTIA
L’intenso dibattito sullo stato di salute di Joe Biden sta coinvolgendo non solo il mondo della politica e dei mass-media, ma anche quello della medicina. I pareri sono logicamente diversi sul piano politico, mentre non sono così ovvie le varie interpretazioni sullo stato di salute cognitiva del Presidente degli Stati Uniti. La discussione è tuttora aperta e siamo in attesa dell’evoluzione del dibattito, in particolare per quanto riguarda le decisioni dello stesso Biden. Credo che si debba tenere sullo sfondo l’affermazione che “invecchiare non è una malattia”, per evitare pregiudizi che inquinano la discussione e quindi la possibilità di prendere decisioni equilibrate.
In Italia abbiamo avuto e abbiamo persone anziane ai vertici dello Stato e assolutamente in grado di onorare la loro funzione. Si pensi a Berlusconi, scomparso a 87, del quale si discuteva sulla salute somatica, ma mai sulla capacità di controllare le decisioni riguardanti la propria vita e i propri doveri politici. Penso anche a Sergio Mattarella, il nostro molto amato e stimato Presidente, che continua a testimoniare con grande efficacia il proprio ruolo di garante della libertà e della dignità di ogni cittadino; a 83 anni non rinuncia a nulla, anche con grande impegno fisico, rispetto al dovere profondamente vissuto di garantire l’unità della Nazione.
Quindi, analizzare la condizione di salute cognitiva di Biden non deve mai diventare una valutazione fondata sull’età.
Mino Dentizzi
