Fonte: Il Fatto Quotidiano
Guerra in Ucraina: I tre attori principali Stati Uniti, Ucraina-Europa, che sono assimilabili, e Russia recitano con copioni al buio
A che punto siamo con la tregua in Ucraina? Il modo migliore di rispondere a questa domanda è ricostruire le posizioni dei tre attori principali attraverso una guida ragionata. Dopo avere ridotto la confusione, i nostri ragionamenti potranno essere più ordinati. Gli attori principali sono tre, ognuno con una posizione diversa: Stati Uniti, Ucraina-Europa, che sono assimilabili, e Russia.
Gli Stati Uniti hanno le idee confusissime. Trump sta procedendo a tentativi e colpi di fortuna. Trump propone ogni giorno una soluzione diversa e poi attende le reazioni delle controparti. Trump ha addirittura nominato due mediatori, Kellogg e Witkoff, in disaccordo tra loro sul da farsi. La condotta di Trump in questa fase è descritta bene da questi termini: confusione, caos, incoerenza, contraddizione e disorientamento. L’ultima idea di Trump è di offrire a Putin il riconoscimento di diritto della Crimea e il riconoscimento di fatto dei territori che i russi occupano a Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Il riconoscimento non include i territori sotto il controllo russo nell’oblast di Sumy e di Kharkiv.
L’Ucraina e l’Europa non vogliono concedere niente. Avendo capito che l’Ucraina non entrerà nella Nato di diritto, stanno cercando di farla entrare di fatto. Zelensky, Starmer e Macron propongono di riempire l’Ucraina di armi e di stabilire alcuni centri di addestramento in Ucraina dove i soldati inglesi e francesi, che sono soldati Nato, addestrerebbero i soldati ucraini in vista di una nuova guerra con la Russia. Ursula von der Leyen annuncia che l’Europa deve riarmarsi per prepararsi alla guerra con Putin. I termini per comprendere la condotta dell’Europa in questa fase sono: oltranzismo, estremismo, radicalizzazione, chiusura e russofobia.
La Russia vuole ottenere i quattro Oblast che ha annesso il 30 settembre 2022 per intero. Secondo Putin, gli ucraini dovrebbero ritirarsi da quelle regioni senza combattere. Questa proposta è inaccettabile perché gli ucraini hanno in quelle regioni le loro ultime roccaforti, ad esempio, Kramatorsk. Una volta abbandonate, Zelensky spalancherebbe a Putin le porte a Occidente. I termini per capire la condotta di Putin in questa fase sono: sfiducia, pessimismo, astuzia e attendismo.
Chiarite le posizioni, veniamo ai problemi. Il primo problema è che non si tratta soltanto di territori. Putin vuole la demilitarizzazione dell’Ucraina, mentre Trump è disposto a offrire soltanto la sua neutralità. L’Europa nemmeno quella. Quindi le posizioni sono tre. Trump è per la neutralità, Putin è per la demilitarizzazione, Macron, Starmer, Von der Leyen e Zelensky sono per l’iper-militarizzazione dell’Ucraina. Una tregua senza sciogliere questi nodi sarebbe probabilmente fragile e provvisoria. C’è però un punto su cui Zelensky e l’Europa sono divisi. Zelensky pretende garanzie di sicurezza che nessun Paese Nato vuole dargli. Macron e Starmer non vogliono firmare alcun obbligo a entrare in guerra con la Russia in caso di necessità. È falso che l’Ucraina è priva di reali garanzie di sicurezza per colpa di Putin giacché l’Europa non vuole assumersi il rischio. Trump ha fretta di terminare la guerra per tre motivi. Primo: teme il collasso dell’esercito ucraino in estate. Secondo: teme che, terminate le armi di Biden, la guerra si trasformi nella “sua” guerra. Tre: teme una guerra tra Russia e Inghilterra.