di Fausto Anderlini – 24 marzo 2018
Negli ultimi tempi mi ero sforzato di dar lustro a una ‘teoria dei residui’, misto casereccio di marxismo e paretismo. Siccome il neo-liberismo e le crisi economiche annesse hanno creato non nuovi ceti ma masse di detriti sociali, bisognerebbe lavorare a unire questi residui sotto un programma conservatore a forte impronta sociale e costituzionale. Gestendo con qualche aggregato di forza una transizione per molti aspetti imperscrutabile. Questo pensavo…e Leu era l’occasione di mettere alla prova la teoria, facendo confluire, intanto, i residui della sinistra in una specie di crogiolo.
Il risultato è stato disarmante. Teoria formalmente allettante ma astrattamente iper-reale. Ovvero assurda. Invece di unire i residui in un nuovo amalgama, politico e sociale, siamo transitati nei rifiuti. Per decreto degli elettori. Da rottami a rifiuti. Anche se non è detto che prima o poi, da questa desolata e profonda discarica che ormai fa poltiglia con una perenne condizione esistenziale, ci salti fuori una energia rinnovata. Un compost. Ci sono momenti nella vita così reietti nell’impotenza che affidarsi alla scaramanzia e alla superstizione è l’unica scelta razionale. Come si dice fosse regola nelle trincee del ’15-’18. Ultimo scampolo probabilistico di vita prima dello sterminio, o del suicidio. Ora esco a saltellare sui basoli facendo attenzione a non calpestare le righe. Mi accontento di piccoli miracoli.