IL MISTERO DEL PENTIMENTO

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: Filoteo Nicolini

Mi chiedevo: e se Alfredo Cospito e Messina Denaro si pentissero sinceramente di quanto commesso? Non sarebbe questo un esito che sconvolgerebbe tutte le tensioni, uno scenario dalle conseguenze imprevedibili? Cosa impedisce ad una persona dare un viraggio radicale delle sue azioni e i suoi pensieri?

Oggi ho trovato nella stampa due notizie di scuse. Dietro le scuse c’è sempre una ammissione di colpa. Ma è poco frequente. Ancora più raro che si discuta del pentimento  nella sfera pubblica o privata. Quanto si bonificherebbe per esempio la vita politica se si dessero dei veri e propri pentimenti! Il pentimento,  che sarà mai?

Riconoscere una colpa, provare dolore per un male arrecato da una azione o una frase, dunque un pensiero, provare rimpianto per una omissione,  considerare di essere stati ingiusti o inappropriati in una circostanza, sono cose da cercare col lumicino. È il mistero del pentimento.  È la nostra natura non ancora controllata e non ancora riscattata. La parola mistero allude qui al rito della trasformazione,  e già parlare di rito implica una difficoltà nella nostra coscienza ordinaria. Si tratta appunto di collocarsi sulla soglia che separa la nostra confort zone da un nuovo stato di coscienza. Ovvero, riconoscere quali condizionamenti ci inchiodano alle nostre abitudini come a una seconda natura. Una zavorra che pesa sul nostro cammino.  Accanto al rito della trasformazione c’è poi il rito della scelta e quindi dell’esercizio della libertà. Non c’è scelta giusta né regola fissa, ogni caso è un caso, ma solo gli effetti della scelta. La casa dell’anima, per così dire, è una costruzione complessa e non visibile ai nostri occhi. Può allora essere utile dare uno sguardo d’insieme e riconoscere atteggiamenti un po’ comuni a tanti. Quando abbiamo sentimenti di vuoto e di angoscia, quando proviamo paura, paralisi della volontà, resistenza profonda verso l’attività.  Quando siamo scontenti, scoraggiati, pervasi da tristezza e infelicità. Quando proviamo odio, rancore  o siamo aggressivi. Oppure esaltati, preda di fanatismi e fondamentalismi. Chi non conosce persone intorno alle quali aleggia una nuvola di malinconia e di oscurità? O che soffrono intimamente? O che proiettano la loro impotenza  su quelli che li circondano e li considerano responsabili del loro stato? Nella loro varietà sono tante le zavorre  che carichiamo sulle nostre spalle.

Queste zavorre sono ostacoli nella sfera della volontà, del sentimento, del pensiero,  dell’Io. Dunque sono ostacoli anche per una seria revisione del passato, per  il tema del pentimento. Dico ostacoli,  ma potremmo anche caratterizzarli come filtri di fronte alla realtà, nei quali si accumulano dei sedimenti. Senza prenderne una fugace visione, parlare di pentimento diviene un vano esercizio. Riferiamoci quindi a una mappa simbolica che ci mostra al centro, tra il mondo dei sensi e il mondo spirituale, con i quali abbiamo I rispettivi collegamenti.  Il mondo dei sensi è quello a noi familiare dalla sveglia al sonno. La prima interfaccia ci fa considerare i fatti del mondo esterno come “assoluti “, senza limitazioni né riserve, con il pensiero freddo e astratto. Poi c’è il collegamento col mondo spirituale, e la rispettiva interfaccia ci fa credere in verità “assolute”, e di lì il passo può essere breve per nutrire pensieri e posizioni conservatrici ed estremiste in campo politico e religioso. Queste idee sullo spirito non piaceranno a chi ha una concezione materialista, ma il pregiudizio non le rende meno vere,  solo non osservate. Poi c’è una vera e propria creatura nostra che nasce e si alimenta per via di attività rituali e ripetitive, soprattutto se reiterate ossessivamente. Non abbiamo spesso il presentimento di trasportare con noi un altro essere? Alla visione chiaroveggente in certi casi questa creatura appare terribile  e ripugnante quale personificazione dei desideri e brame nel mondo astrale.

Con tutte queste zavorre dobbiamo fare i conti se vogliamo affrontare il tema del pentimento.  È una buona piattaforma per poi parlare del perdono.

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