Il nodo di Gordio

per Luca Billi
Autore originale del testo: Luca Billi
Fonte: i pensieri di Protagora...
Url fonte: http://ipensieridiprotagora.blogspot.it/

di Luca Billi  29 ottobre 2015

Quando i Frigi non avevano ancora un re, un antico oracolo predisse che il primo uomo che fosse entrato nella loro città su un carro trainato da dei buoi, sarebbe stato investito di tale potere. Come era prevedibile, fu un contadino il primo a giungere in città su un carro e questi divenne re. Il carro di Gordio – così si chiamava quel contadino – fu legato a un palo, assicurandone la stanga con un intricato nodo di corda in corteccia di corniolo. Tempo dopo, un altro oracolo profetizzò che se qualcuno fosse riuscito a sciogliere quel nodo avrebbe dominato su tutta l’Asia minore. Quando, nella primavera del 333 a.C., Alessandro Magno arrivò in quell’antica città, avendo l’ambizione di dominare sull’intero oriente, presto capì che il nodo non poteva essere sciolto e lo tagliò con la sua spada; la profezia così si compì.

Ho raccontato questa storia perché il potere ha sempre avuto la tentazione di annullare la complessità del mondo, di semplificare – magari con un taglio netto – quello che gli appare troppo difficile da risolvere. Mi è venuto in mente, vedendo che semplice è uno degli aggettivi preferiti e più utilizzati dall’attuale regime.

Alcuni giorni fa il garrulo presidente-segretario, per festeggiare l’approvazione in Senato della riforma costituzionale Gelli-Napolitano, ha scritto uno dei suoi soliti tweet, per dire che grazie a questo provvedimento può continuare “il sogno di un’Italia più semplice e più forte”. Mentre era in Sudamerica, per mettere a tacere le polemiche contro l’innalzamento della soglia all’uso del contante, ha detto che il suo governo ha reso più semplice trovare gli evasori, perché “questo è lo stato che funziona solo con un clic”. Qualche tempo fa aveva dichiarato, con la solita baldanza, che anche l’Europa dovrebbe essere più semplice.

A me questa affannosa ricerca della semplicità suona un po’ sospetta. Come la spada di Alessandro.

Al di là di certi aspetti decisamente naif, l’uomo sceglie con cura le parole e in particolare questo aggettivo rivela il fatto che la filosofia che sta dietro alle riforme istituzionali e più in generale all’azione di governo non è assolutamente di sinistra. Un uomo di sinistra dovrebbe sognare un’Italia più giusta, renzi invece, che di sinistra non è mai stato, sogna un’Italia forte, richiamando una retorica di altri tempi – infelici per il nostro paese – e soprattutto più semplice. Questo è davvero l’aggettivo più rivelatore del pensiero profondo che sta dietro queste riforme e questo modo di fare politica, così profondamente di destra.

E’ complesso il governo di una società come la nostra, in cui ci sono tanti interessi, spesso contrapposti. Perfino un manicheo come me, uno che divide il mondo in buoni e cattivi, sa che in mezzo tra questi due poli c’è sostanzialmente di tutto. Per anni abbiamo pensato che creare nuove industrie avrebbe significato creare nuovi posti di lavoro, poi ci siamo accorti che significava anche ridurre le risorse del pianeta e aumentare l’inquinamento. Produrre più cibo potrebbe sfamare il mondo, ma aumentare la produzione di cibo richiede un’energia che il nostro pianeta non può produrre e sopportare. E potremmo fare molti altri esempi. Una società vive inevitabilmente di conflitti, le nostre famiglie vivono di conflitti, noi siamo cresciuti anche contrapponendoci ai nostri genitori, così come loro sono cresciuti contrapponendosi ai loro. Questo è qualcosa che non può essere semplificato, può essere studiato – anzi deve esserlo – e deve essere usato come una risorsa. Non esistono soluzioni semplici, esistono soluzioni più o meno giuste, più o meno democratiche, più o meno condivise.

Un paese democratico è per forza di cose complesso, perché la democrazia è in sé complessa e complessi sono i meccanismi affinché possa funzionare nel miglior modo possibile. Voler ridurre la complessità della democrazia a questa pretesa semplicità significa sostanzialmente ridurre tutto al pensiero unico, significa dire ai cittadini che è meglio che loro non pensino, perché adesso ci penseranno “lor signori”.

La tecnologia semplifica la vita in molti campi, ad esempio migliora il nostro modo di lavorare, perfino di noi burocrati della pubblica amministrazione. Certo la burocrazia è stata creata per essere complessa, fumosa, volutamente oscura, perché così poteva essere utilizzata come uno strumento per tenere sottomessi i cittadini. E quindi semplificare la burocrazia è giusto e necessario. Io ovviamente sarei contento se davvero bastasse un clic per scoprire tutti gli evasori fiscali che ci sono nel nostro paese, però credo che sia davvero importante sapere chi è che spinge quel bottone e soprattutto come è stata impostata e programmata quella macchina. E questo non è una questione tecnica, ma tutta politica, tutta democratica, tutta legata alla conoscenza e alla consapevolezza delle persone.

Essere di sinistra credo significhi anche – tra le tante cose – battersi non per annullare la complessità, ma per dare a tutti – o almeno al maggior numero possibile di persone – gli strumenti per capirla, per interpretarla, per fare in modo che questa complessità porti vantaggi e non svantaggi, giustizia e non ingiustizie.

Personalmente non ho mai sognato un’Italia più forte – anche perché quello è un sogno da fascisti – e soprattutto non ho mai sognato un’Italia più semplice, per questo non voglio che questi novelli emuli di Alessandro mettano mano alla Costituzione, che è nata proprio per reazione a un regime che voleva un paese forte e semplice. Per questo, quando finalmente li avremo cacciati, dovremo pensare a come costruire un’Italia più onesta, più intelligente, più giusta, più solidale. E più complessa.

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QUALCHE CURIOSITÀ SU ALESSANDRO MAGNO CHE (FORSE) NON CONOSCETE - Metis Magazine 1 Gennaio 2021 - 7:00

[…] segno di gratitudine Gordio dedicò il suo carro a Zeus, legando il giogo al timone con un nodo inestricabile. Chi fosse riuscito a sciogliere quel nodo sarebbe divenuto imperatore di tutta l’Asia […]

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