Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il sasso nello stagno /3.
L’alleanza progressista per una politica della partecipazione
La vittoria dei progressisti in Sardegna dimostra una cosa: se non si costituisce un asse PD-5stelle attorno a cui rimpolpare un’alleanza progressista, allo stato attuale è inutile anche solo parlare di un’iniziativa politica a sinistra. Non sono amante di una politica delle coalizioni, dei poli, dei fronti, credo che solo i partiti intesi come forme organizzative strutturate, e non semplicemente come binomio marchio + capo, possano lavorare alla partecipazione (di popolo, di cittadini, di lavoratori, di militanti e attivisti) e dunque a una trasformazione effettiva dello Stato e della società a partire dalle soggettività. Credo che solo l’iniziativa dei partiti e le alleanze politiche possano essere un passo avanti, rispetto alla palude della Seconda Repubblica. Ma questo oggi lo vedo complicato, addirittura irrealistico per certi aspetti.
Siccome, tuttavia, si parla solo il linguaggio dei poli e delle coalizioni, e oltre quello il nulla, che almeno lo si parli bene, con efficacia, con intelligenza tattica. Che almeno si crei una coalizione progressista, si punti su una leadership autorevole che vada oltre presidenti e segretari di partito, e si rediga una carta dei valori chiara, concisa, inoppugnabile: lavoro, sanità pubblica, tutela sociale, ricchezza sociale, pace, scuola pubblica, democrazia, parlamento, visione collettiva, sostenibilità, partecipazione, vicinanza a ultimi e penultimi. Un’organigramma che faccia contento tutto il ceto politico più il classico programma chilometrico completeranno il pacchetto. Dopo di che si marci uniti per colpire uniti. Rimandare a casa la destra e avviare una nuova fase di giustizia sociale, con gli obiettivi di sviluppo equo e sostenibile, partecipazione democratica, sostegno sociale a ultimi e penultimi, lavoro vero e non precario, crescita culturale.
Se le coalizioni (che non amo) servono almeno a questo, allora ben vengano. Certo, poi si dovrà pensare a una svolta effettiva, a un ritorno alla democrazia partecipata, a un nuovo modello di sviluppo, ma se si vince tutto ciò riuscirà più facile, sempre consapevoli che non si cerca la vittoria per la vittoria, ma si lotta per fare un passo avanti e far fare un passo indietro a destra, fascisti, postfascisti, liberisti, pseudo riformisti. Brava Todde, bravi Conte e Schlein, bravissimi compagni, amici ed elettori sardi, ma è solo il primo passo, capiamo la lezione e non fermiamoci qui.