Il Senato ha detto sì: Matteo Salvini sarà processato per sequestro di persona

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Pietro Grasso
Fonte: Globalist

Oggi ho provato a spiegare che questa vicenda non riguarda il futuro di un senatore, ma il principio di legalità alla base della nostra democrazia, riguarda i diritti fondamentali che non devono mai essere compressi per esigenze politiche. Salvini lo ha fatto, per la seconda volta, andando oltre le sue prerogative, oltre addirittura il suo “sicurezza bis”. Lo ha fatto per qualche punto in più nei sondaggi: non erano in pericolo i nostri confini, non era in pericolo la sicurezza nazionale, non c’era una controversia internazionale.

Qui il mio intervento in Senato:

Presidente, Colleghi,
il dibattito di oggi ha assunto per certi aspetti dei tratti surreali, così come surreale è stato lo svolgimento del caso Gregoretti nella Giunta per le elezioni. Motivi estranei al merito della richiesta di autorizzazione a procedere sono intervenuti ed hanno in qualche modo aumentato la confusione e il rumore su una vicenda che è, per altri versi, chiarissima.
E’ stato impedito, per un tempo apprezzabile, ad una nave della Guardia Costiera, una nave militare italiana, nell’ambito di un evento SAR coordinato dalle autorità italiane, di raggiungere un Place of Safety e sbarcare i naufraghi. Ad impedirlo – ripeto, per un tempo apprezzabile – è stato l’allora Ministro dell’interno.
Questi, con una brutale sintesi, i termini della questione.

Come senatori siamo chiamati a decidere se sottrarre o meno un membro del governo al giudizio della magistratura, si badi bene al giudizio e non alla condanna, ragionando esclusivamente su due punti, ovvero se il sen. Matteo Salvini si sia preoccupato di perseguire la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo.

Con questi due aggettivi – rilevante e preminente – il legislatore costituzionale sembra suggerire che il bilanciamento dei valori in gioco debba risolversi a favore della tutela dei più alti valori della Repubblica. E, ancora una volta, consapevoli delle ricadute future, dobbiamo domandarci: quali sono i più alti valori della Carta fondamentale se non il riconoscimento e la garanzia di diritti inviolabili dell’uomo quali la vita, la salute, la libertà e la dignità umana? Sovvertire l’ordine dando priorità ad altri interessi, qualunque essi siano rispetto alla tutela dei diritti inviolabili dell’uomo sarebbe ammettere una una nuova e pericolosa concezione della ragion di Stato.

E’ importante illuminare un aspetto che, per ragioni giuridiche, nella richiesta del Tribunale rimane sullo sfondo, ed è la questione del Decreto Sicurezza Bis. Mentre si consumava la vicenda Gregoretti, infatti, il Decreto era in vigore, con norme che Salvini si è “cucito addosso”: un provvedimento abnorme, che amplia a dismisura i poteri del Ministero dell’Interno e su cui, lo ricordo a me stesso e alla maggioranza di cui faccio parte, è urgente intervenire per correggerne i tanti, troppi aspetti che nulla hanno a che fare con la sicurezza e molto con la propaganda.
Nel dotarsi del potere di bloccare le navi, il sen. Salvini si è infatti ben guardato dal concedersi la possibilità di bloccare anche le navi militari (“salvo che si tratti di naviglio militare”). Lo ha fatto perché sarebbe stato un potere vistosamente incostituzionale. Eppure, proprio nel caso in esame, lo ha fatto.

E’ andato oltre il limite che lui stesso si era dovuto porre, impedendo de facto alla nave militare di portare a termine le operazioni di soccorso in mare con lo sbarco dei naufraghi, come invece prescritto dalle convenzioni internazionali e dai protocolli sul salvataggio di vite umane in mare e sulla concessione del POS.
Il caso Gregoretti riesce ad andare ben oltre il caso Diciotti, proprio perchè se allora non esisteva una norma specifica – ma il giudizio poteva facilmente derivare da norme e trattati ampiamente richiamati – ora una norma c’è, e lo stesso soggetto l’ha prima scritta e poi ignorata!
C’è un dato di contesto che non va sottovalutato. Quelle decisioni abnormi e contraddittorie sono state prese nei giorni che potremmo definire come quelle dell’ “ebbrezza del Papeete”. Mentre il Senato, cui Salvini appartiene, era impegnato nella discussione e votazione di importanti provvedimenti, il Ministero godeva di quella settimana di vacanze al mare di cui i media ci hanno raccontato ogni aspetto.

Dalle spiagge di Milano Marittima fu lo stesso senatore Salvini a dichiarare incessantemente, per prendersi da solo il merito, se così si può dire, del blocco della nave militare Gregoretti. Lo riporta ad esempio il Corriere della sera del 27 luglio 2019, che cita questa dichiarazione dell’allora Ministro dell’Interno: “Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in tutta Europa dei migranti a bordo”. Già l’articolo segnalava come non si potesse, nemmeno con le norme del Decreto Sicurezza Bis, trattare una nave militare come fosse una imbarcazione delle Organizzazione non governative. Tema su cui, tra l’altro, saremo presto chiamati ad esprimerci in merito alla nuova richiesta sul caso Open Arms.

Ci sono tutti gli elementi, di merito e di contesto, per portare ciascun senatore a votare a favore di questa autorizzazione a procedere. Perchè è evidente a tutti che i diritti fondamentali non devono mai essere compressi per esigenze politiche. Ed è altrettanto evidente che non può accadere nuovamente che il Senato, dopo il caso Diciotti, sottragga al vaglio della magistratura un ministro che reitera condotte antigiuridiche, offrendogli un pericoloso e ingiustificato scudo politico. Votando contro l’autorizzazione a procedere si creerebbe dunque un nuovo, doppio, grave e pericoloso precedente che mina nel profondo il senso stesso della nostra democrazia, il suo complesso, ma al contempo equilibrato, sistema di pesi e contrappesi, di tutele dei diritti inviolabili della persona. Non coniamo, per di più per il tramite di un organo parlamentare, una nuova e pericolosa ragion di Stato capace di derogare ai diritti inviolabili.

Il voto di oggi in qualche modo può bilanciare la pessima decisione di qualche mese fa, e difendere le Istituzioni, soprattutto per il futuro, dal rischio che con un doppio precedente si avalli l’idea che la maggioranza che sostiene l’esecutivo in carica, di qualsiasi colore sia, possa conferire legittimità a qualunque azione, anche la più grave, anche la più spericolata.
Non posso che essere comunque felice della decisione dell’ex Ministro Salvini di sottoporsi al giudizio del Tribunale dei Ministri di Catania, quali che siano le motivazioni. Perchè resterà comunque agli atti del Senato una presa di coscienza da parte di un senatore che rappresenta la Nazione.
In conformità alla decisione adottata dalla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti del Sen. Matteo Salvini, annuncio il voto contrario all’ordine del giorno presentato.

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da Globalist

Il Senato ha detto sì: Matteo Salvini sarà processato per il caso della nave Gregoretti. E Salvini non l’ha presa benissimo, anche se sostiene che sapeva già che sarebbe andata a finire così (non era difficile, dato che era stato proprio lui a dare indicazioni ai senatori della Lega di votare di sì alla Commissione per le autorizzazioni a procedere). Ma Salvini non arretra di un passo: “Sono assolutamente tranquillo e orgoglioso di quello che ho fatto”.
“Come è stato difendersi in Senato? Surreale. Ho giurato sulla Costituzione, che prevede che difendere la patria è dovere di ogni cittadino. Io ho difeso l’Italia” ha continuato Salvini. I senatori della Lega hanno lasciato l’Aula al momento del voto.
“Se un uomo non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui'”, aveva scritto su twitter Salvini, citando una frase del poeta Ezra Pound.

I discorsi della Lega

“Da tanti anni noto come il Parlamento stia scappando dalle proprie responsabilità. Un po’ ci vergognamo di essere parlamentari. Su certe materie sensibili, come la procreazione assistita o il fine vita, nessuno vuole legiferare. Abbiamo paura e stiamo scappando dalla nostre funzioni”. Così in aula la senatrice della Lega Giulia Bongiorno in un intervento molto applaudito dal centrodestra e che ha rotto per 10 minuti il clima ovattato con cui l’aula di Palazzo Madama sta seguendo il dibattito. Le argomentazioni dell”avvocato’ Bongiorno sono andate oltre il caso Gregoretti, interrogandosi sul rispetto del mandato parlamentare.
“Non dovete votare – ha detto ancora rivolgendosi ai banchi del Pd – esprimendo un parere sulla politica del governo sull’immigrazione, ma se l’interesse pubblico è stato salvaguardato o meno. Allora bisogna avere il coraggio di dire no all’autorizzazione. La legge sceglie noi come giudici. Il Parlamento non può scappare dalle proprie responsabilità, non ci vergognamo di essere parlamentari o di dire no. Stiamo scappando dalle nostre funzioni, noi stiamo svuotando di valore la nostra funzione”.
“Ho paura della nostra paura – ha continuato la senatrice della Lega tra gli applausi – ho paura del fatto che noi stiamo arretrando. Basta inseguire il M5s o le Sardine, cerchiamo di essere orgogliosi del nostro ruolo e ricordiamo che, storicamente, quando si crea un vuoto per la crisi di un potere, quel vuoto viene colmato dal quel potere che avrebbe il compito di bilanciarlo”.

La diretta dal Senato 

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