Il vizietto

per Luigi Altea
Autore originale del testo: Luigi Altea

di Luigi Altea, 22 ottobre 2018

La superbia è un vizio difficile da indossare.

E’ un vizio aristocratico che richiede, a chi voglia esercitarlo in maniera passabilmente plausibile, un minimo di nobiltà…

Nei secoli è appartenuto a re, ad imperatori, a faraoni, a qualche papa…

Tutta gente che nella superbia non ricercava il vanitoso desiderio di mortificare l’intelligenza dei Giggino Di Maio dell’epoca…

Il Vizio, con la maiuscola, era il veicolo attraverso cui misurarsi con la Storia, con la Gloria, e sfidare l’Eternità, e perfino Dio…

 Non serviva per confrontarsi con Paolo Bonolis.

Calpestare impettiti un palco, con il naso alto e il mento in fuori, col volto congestionato, gli occhi stralunati, gli incisivi superiori sporgenti e minacciosi… vorrebbe essere una superba dimostrazione di “superiorità”, ma denota soltanto la rabbia per le disfatte subite.

Agitarsi, urlare, e rovesciare sugli astanti fiumi di lapilli salivari, accompagnati da ingiurie e da minacce per gli assenti e distanti… è segno di debolezza di nervi, non è altezzosa dimostrazione di forza.

Come tutti i vizi, anche la superbia è sproporzione, è dismisura…

E tuttavia tra la superbia e il superbo deve esserci un minimo di congruità, per evitare a chi ha una smisurata considerazione di se stesso, di precipitare nei beffardi precipizi del ridicolo.

Parlare ad una setta di fedelissimi come si parlasse ad una nazione intera è tipico del presuntuoso, privo di ironia, intellettualmente meschino e mortalmente noioso.

No, a Matteo Renzi non si addice la superbia, grande vizio da esibire in pubblico.

Io credo gli si addica un vizio più modesto, da coltivare umilmente, di nascosto,  in privato.

Il vizio solitario.

 

 

 

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