Fonte: i pensieri di Protagora...
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Anche se faccio di tutto per mantenere il più rigido possibile il mio esilio dal mondo, ci sono notizie che arrivano comunque. E si tratta ovviamente di brutte notizie.
Ho saputo che con una grande maggioranza – che un tempo si sarebbe detta bulgara – praticamente tutte le forze politiche presenti in parlamento – di governo e di opposizione, di destra e di sinistra, vecchie e nuove – hanno votato una legge costituzionale per ridurre in maniera drastica il numero di deputati e senatori. Viste le condizioni politiche, immagino non ci sarà un referendum su questa modifica costituzionale: se ci sarà, annuncio fin da ora il mio inutile no.
Prima di tutto perché voglio continuare a essere ostinatamente fedele allo spirito e alla lettera della Costituzione del ’48. Questa fedeltà è uno dei valori su cui ho sempre cercato, nel mio piccolo, di orientare la mia attività politica. E non vorrei smettere proprio adesso. La Costituzione del ’48 è certamente figlia del suo tempo, forse non è perfetta, ma ha una sua organicità. Chi l’ha scritta – mettendoci peraltro parecchio tempo – lo ha fatto cercando di costruire un sistema con un suo equilibrio e anche una certa forma di armonia. Le riforme che abbiamo fatto noi, spesso frettolosamente, hanno spezzato questo equilibrio, hanno rotto questa armonia. E questa ultima non è certo da meno.
Sono troppi i deputati e i senatori? I Costituenti, approvando gli articoli 56 e 57, hanno stabilito rispettivamente che
La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto, in ragione di un deputato per ottantamila abitanti o per frazione superiore a quarantamila.
A ciascuna Regione è attribuito un senatore per duecentomila abitanti o per frazione superiore a centomila. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sei. La Valle d’Aosta ha un solo senatore.