di Maria Ferdinanda Piva – da www.informarexresistere.fr
28 giugno 2013
La Francia non la ritiene prioritaria. Addio alla Tav Torino-Lione
Addio alla Tav Torino-Lione. Non importa se l’Italia continua a sognare i mega appalti e la grande opera, non importa se taglia la sanità ma non i soldi per scavare un inutile buco di 50 chilometri sotto le Alpi: lo ha ormai deciso la Francia, che ha ufficializzato le conclusioni della commissione Mobilité 21, incaricata dal Governo di individuare le priorità fra i 70 progetti di grandi infrastrutture legate ai trasporti.
Le anticipazioni sono riassunte dal prestigioso Le Figaro nella cartina sotto il titolo: in grigio le linee ferroviarie ad alta velocità (LGV) già esistenti o già in costruzione; in giallo le linee ferroviarie (non necessariamente ad alta velocità) da realizzare entro il 2030; in rosso quelle a cui pensare fra il 2030 e il 2050. La Lione-Torino è in rosso.
A Le Figaro risulta che prima del 2030 verrà avviata una sola nuova linea ferroviaria ad alta velocità, la Bordeaux-Tolosa, ed una seconda linea ad alta velocità potrebbe essere ripescata e considerata come prioritaria ma solo a determinate e non meglio definite condizioni.
Se anche il salvagente venisse lanciato proprio alla Torino-Lione, si tratterebbe quindi di una priorità condizionata e non assoluta.
Ma l’entità del giallo è commisurata ai (pochi) soldi disponibili nelle casse francesi e la commissione incaricata della spending review raccomanda di privilegiare le necessità dei pendolari: vedete in giallo le “tangenziali su rotaia” da costruire attorno a Lione, a Marsiglia e nell’area di Parigi. Con la speranza che l’Italia prenda atto. E prenda esempio, soprattutto.
Sottolineo ancora una volta le cose fondamentali che di solito i maggiori media non dicono: in Italia non è ancora neanche completata la progettazione della Tav Torino-Lione e non è aperto nessun cantiere (è solo iniziato lo scavo di un tunnel geognostico per raccogliere dati utili a perfezionare il progetto, nella prospettiva di usare quello stesso tunnel come uscita di sicurezza del traforo principale); esiste già una linea ferroviaria fra Lione e Torino, è fresca di ammodernamento ed è ampiamente sotto utilizzata.
E soprattutto ricordate una cosa. I No Tav hanno fatto un favore all’Italia impedendole di sperperare inutilmente una montagna di soldi pubblici, dal momento che per ogni euro proveniente da Bruxelles l’Italia ne avrebbe sborsati altri 25. Estratti dalle nostre tasche, casomai ci fosse bisogno di specificare.
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Francia senza soldi, progetti AV rinviati al 2030
da TG Vallesusa – la Francia si sta facendo i conti in tasca e scopre di non aver più soldi per i grandi progetti e per linee ad alta velocità.
Il quotidiano economico finanziario «Les Echoes» di venerdì 21 giugno 2013 dedica un editoriale (p. 7), un articolo al tema (p. 14), e un’intervista nel suo blog in rete. “Il sogno del ‘Tutto TGV’ è sepolto” recita in modo allarmistico l’occhiello dell’articolo. “Drogata dal debito, alimentata dall’ego degli amministratori locali e prigioniera dell’ideologia commerciale e tecnologica che ha fatto dell’Alta velocità il Sacro Graal, la Francia ha per molto tempo pensato che lo sviluppo del sistema ferroviario dovesse necessariamente passare attraverso la marcia a tappe forzate di forti investimenti a favore del Tgv” scrive David Barroux nel suo editoriale. “A trent’anni dall’inaugurazione della Parigi-Lione, il regno del ‘Tutto a gran velocità’ finisce”.
Verranno certamente portati a termine i quattro progetti in corso, ma la stragrande maggioranza di quelli ancora su carta verranno rimandati a dopo il 2030.
Lo Stato non ha soldi, Sncf ed Rff (Réseau Ferré de France) sono già fortemente indebitate. Per ottimizzare le risorse disponibili è stato creato il Comitato Mobilité 21, responsabile di individuare le priorità progettuali a cui dare la precedenza nell’interea rete trasportistica francese, non solo ferroviaria dunque.
Il governo in carica ha ereditato non meno di 70 progetti ferroviari, fluviali e viari da svilupparsi su 25 anni per investimenti attorno ai 245 miliardi di euro, ormai improponibili allo stato attuale dell’economia. Inoltre Atif (Agence de financement des infrastructures de transport de France) ha fatto sapere che tutte le risorse disponibili sono già impegnate nei progetti in corso fino al 2022. Benché non sia ancora ufficiale, i periodici di settore «L’Usine nouvelle» e «Mobilicités» ipotizzano quindi che Mobilité 21 proporrà due possibili scenari: 9 miliardi di euro per 10 anni, ponendo la priorità ai nodi ferroviari di Lione e Marsiglia, la realizzazione di un tratto ad alta velocità tra Paris-Mantes-la-Jolie, auspicando una implementazione dell’alta velocità tra Parigi e la Normandia. Una seconda possibilità è che si riesca a garantire un gettito annuale di 400 milioni di euro, e ai progetti citati si aggiungerebbe allora anche il tratto Bordeaux-Tolosa. In ogni caso, tutti i restanti progetti verranno posticipati oltre il 2030.
Come rileva Barroux, per anni l’alta velocità ha fatto risparmiare all’uomo d’affari che si recava in Bretagna qualche decina di minuti, mentre nello stesso tempo ciascun pendolare perdeva a sua volta decine di minuti. La realtà è che focalizzando le proprie risorse sul Tgv anche la Francia ha lasciato sullo sfondo l’intera rete ferroviaria locale alla quale decide ora di rimettere mano. Cambiano le priorità: migliorare la rete autostradale, la rete ferroviaria locale significa anche far abbassare i costi agli utenti che cominciano a preferire un viaggio un poco più lento ma che costi di meno. Con un deficit di 1,5 miliardi l’Sncf si troverà a ripensare all’alta velocità abbassandola da 300 a 200 km/h. Cosa del resto che anche la Germania ha già deciso di fare. Di Torino-Lione neanche l’ombra però.
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La Francia congela l’alta velocità
da www.ilcambiamento.it di Giorgio Cattaneo – 30 Agosto 2013
La Francia dice sì alla linea Tav Torino-Lione “ma allo stesso la congela, dilatando l’inizio dei lavori per la costruzione dell’opera al 2030”. Sulla Gazzetta Ufficiale transalpina, segnala Andrea Mollica sul blog di Gad Lerner, è stato pubblicato un decreto che solo in apparenza sembra accelerare l’iter per il corridoio ferroviario italo-francese, fortemente avversato dalla ventennale opposizione della valle di Susa, ormai condivisa da larghi strati dell’opinione pubblica italiana: grande opera misteriosamente assurda, mai motivata in modo serio, giudicata completamente inutile dal punto di vista strategico e pericolosa per il suo impatto sull’ambiente e sulla salute, nonché sulle finanze pubbliche, a unico beneficio delle banche.
Spacciata inizialmente come linea passeggeri, sul modello Tgv, la Torino-Lione è bocciata dai numeri: traffico inesistente. Convertita in linea per le merci, come doppione dell’attuale ferrovia valsusina Torino-Modane, il risultato non cambia: la linea storica è semi-deserta, segno evidente che Italia e Francia non hanno nessun bisogno di una nuova arteria, tantomeno dai costi stellari.
Da un lato, sottolinea Mollica, la Francia ribadisce formalmente l’utilità pubblica e l’urgenza dei lavori. Obiettivo: creare un itinerario d’accesso – che ancora non esiste – al cantiere del tunnel di base di 57 chilometri nei pressi di Chambery. In questo modo, potranno partire i lavori propedeutici alla costruzione dell’infrastruttura, gli espropri dei terreni compresi tra i comuni di Saint Jean de Maurienne, Avressieux, Francin e Montmelian.
Tutte azioni ancora di là da venire: sul versante francese, infatti, il progetto Torino-Lione non è mai partito, se si escludono le “discenderie” preliminari realizzate anni fa. E anche adesso che Parigi decide di cominciare finalmente a progettare l’iter realizzativo, in realtà sembra puntare a rinviare il programma all’infinito. “La decisione, che apparentemente sembra un’accelerazione sulla realizzazione di questa infrastruttura ferroviaria, rappresenta invece un pesante rallentamento”, spiega Mollica: “Nella dichiarazione di utilità pubblica e urgenza dei lavori, l’orizzonte temporale degli espropri per accedere ai cantieri viene infatti dilatato ad un ritardo massimo di ben quindici anni”.
La conclusione della fase preliminare dei lavori dunque slitta addirittura al 2030? Questo “evidenzia il sostanziale congelamento della Torino-Lione, coerentemente a quanto annunciato dal governo francese nei mesi scorsi”. Nel rapporto “Mobilité 21” redatto dalla commissione guidata dal deputato socialista Philippe Duron, infatti, il Tav era stato escluso dalle opere prioritarie, alla luce delle attuali ristrettezze finanziarie: “Il rapporto aveva indicato alcune opere ad alta velocità da costruire con i fondi disponibili da qui al 2030, e tra queste non c’era la Torino-Lione”.
A pagina 57 del documento, ricorda il blog di Lerner, gli autori del rapporto Duron rimarcano come la saturazione della linea attuale – cioè la condizione per la costruzione del collegamento-bis tra Italia e Francia – potrebbe non verificarsi prima del 2035 o del 2040. “Di conseguenza, l’opera viene classificata come non prioritaria, e come tale potrebbe non ricevere fondi per la sua realizzazione nei prossimi anni”. Pertanto: “Senza fondi e con lavori propedeutici spostati fino alla fine del 2029, la Francia pare aver accantonato la Tav”.
(Articolo tratto da LIBRE)