LA LINEA CURVA E LA LINEA RETTA

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

LA LINEA CURVA E LA LINEA RETTA

Sul n. 499 di Lettura di Domenica 20 giugno a pag. 44 e 45 c’è un colto dibattito sulla poesia della curva e poesia della linea retta tra Paolo Portoghesi e Franco Purini. Entrambi architetti e docenti, artefici di una lunga traiettoria professionale, si impegnano a fondo per illustrare i rispettivi e divergenti punti di vista sulle possibilità creative che attribuiscono a ciascun principio. Appunto, alla curva ed alla retta. Ne difendono gli aspetti cognitivi, gli ideali sottesi, gli effetti psicologici. E’ una lettura molto consigliabile per i tanti spunti di riflessione, che esulano dallo stretto campo dell’architettura degli spazi per arrivare anche a considerazioni non specialistiche. Mi stimola a guardarmi intorno per cercare dove e come si incarnino quei principi.

Ecco, nel corpo umano, che a ben vedere ne racchiude il profondo mistero.

Si chiamava già dai tempi antichi “bellezza” ciò che ci formava dal Cosmo, e che dobbiamo immaginarci mediante il cerchio e la sfera, viste come le figure perfette, appunto, belle.

Ne abbiamo traccia in noi? Sì, il nostro capo ricorda una sfera.

Ma sì, è proprio il principio della sfera e del cerchio che regge la formazione del nostro capo! Comunque, la testa non è perfettamente sferica, anche se della creatura neonata osserviamo capo e viso molto arrotondati. Poi qualcosa interviene a mitigare ulteriormente il capo nella crescita. Ma la bellezza che è alla base del nostro capo è innegabile, e ne troviamo conferma anche nella bellezza dei pensieri che ivi trovano posto. Ne sono convinto, e più ci penso, più nel principio della sfera intravedo il germe fondatore del capo.

Le membra invece fanno da contrasto alla testa nel corpo umano, con la loro palese rettilineità. Quando muoviamo le gambe, quando muoviamo le braccia, il movimento non è qualcosa semplice, ma ha anche a che fare con le forze della Terra. Quando muoviamo le gambe nel camminare, dobbiamo sempre superare le forze di gravità della Terra, e quel che nasce è una risultante tra le forze agenti negli arti e le forze di gravità. Una combinazione, una affinità.

Quel che appare nella nostra forza umana e che vi agisce come volontà, nei tempi antichi veniva chiamato “vigore” o “forza”. L’essere umano ne era provvisto come creatura della Terra. Anche qui, a ben pensarci, posso immaginare la retta come principio formatore degli arti. Anzi, non una retta qualsiasi, ma proprio il raggio della Terra. Non mi elevo con le gambe in verticale sulla Terra, prolungandone idealmente il raggio che proviene dal centro? Sì, anche qui mi convinco proprio che è il principio rettilineo a modellare le mie membra.

Nell’essere umano, dunque, abbiamo un componente cosmico che tende alla sfericità quando viene ospitato nel corpo materno, e un componente terrestre che tende alla rettilineità, ambi vengono formati, differenziati e configurati sotto l’influsso delle condizioni terrestri. Abbiamo due entità contrapposte, una cosmica, l’altra terrestre.

Siamo per così dire chiusi, stretti tra il divenire solo membra rettilinee, come una colonna verticale, a causa della Terra, e il divenire una sfera a causa del Cosmo. Alla base della formazione dell’essere umano stanno la sfera e il raggio, l’elemento curvo e quello rettilineo.

Le diversificazioni tra viso e nuca, e la configurazione in due gambe e non un solo arto “a colonna” sono frutto del fatto che le influenze cosmiche e terrestri si mitigano a vicenda. Cosicché nel capo non siamo del tutto cosmici e quindi sferici, ma per così dire siamo qualcosa di cosmico mitigato dalla Terra, e nelle membra non siamo del tutto terrestri e rettilinei, ma qualcosa di terrestre mitigato dal Cosmo.

Fra l’essere del capo e l’essere delle membra c’è poi naturalmente il tronco, la parte ritmica, la respirazione e la circolazione del sangue. Nel sistema ritmico, collocato com’è tra funzioni del capo e funzioni delle membra, c’è una continua oscillazione pendolare tra l’elemento cosmico e quello terrestre. Fa da tramite a questo un continuo ondeggiare in ciò che agisce nel sistema ritmico, nel sistema dei polmoni e del cuore, nella circolazione del sangue.

Che cos’è infatti la circolazione del sangue, se non un continuo e sempre rinnovato compromesso tra circolarità e linearità, tra periferia e centro? La complessa rete arteriale e venosa, la tessitura dei vasi capillari e la circolazione risultante sollecitata dalla respirazione, nasce dall’azione congiunta di due forze: la continua spinta a muoversi in circolo del sangue, e l’altra forza continua tendente al centro.

Il sistema ritmico combina quindi il Cosmo con la Terra, e questo legame tra bellezza e vigore può chiamarsi “saggezza”, la saggezza che può vivere nei nostri pensieri, ma anche la forza morale che deriva dal vigore della Terra e che può divenire saggezza morale, rettitudine, che può albergare nella regione del cuore. Anzi, la parola rettitudine allude alla morale conquistata sulla Terra.

Siamo quindi inseriti fra due estremi, due contrapposizioni polari. Da un lato viviamo immersi nelle sensazioni sensoriali, e questo lo dobbiamo ai sensi che appartengono al capo. Dall’altro siamo attori che intervengono nel mondo, simbolicamente espresso dalle membra. Quindi la polarità curva-retta si riflette misteriosamente sulla nostra vita dell’anima e ne costituisce il segreto. La misteriosa volontà che esercitiamo con le membra è affine alla Terra, i pensieri al Cosmo.

FILOTEO NICOLINI

(Basato su uno studio dell’Antroposofia di Rudolf Steiner.)

Immagine: Donna insegnando geometria, figura medioevale

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