da Gaulliste Libre
Sono sempre più numerosi gli intellettuali che prendono posizione contro l’euro: giornalisti de l’Express e di Expansion, non meno di nove premi Nobel per l’economia, numerosissimi economisti . Eppure ci sono ancora sostenitori intransigenti della moneta unica europea. Ma i loro argomenti non sono altrettanto solidi.
Negazione della realtà
Challenges è riuscita a scovare una economista che difende l’euro a spada tratta : è Anne-Laure Delatte, passata anche per la TV a voler sostenere che “se la Francia dovesse recuperare la propria sovranità monetaria non sarebbe più forte ma più vulnerabile alla speculazione”.
Ora, la Gran Bretagna, nonostante un deficit superiore a quello francese, è la dimostrazione dell’esatto contrario – come lo sono la Svezia , gli Stati Uniti ed il Giappone – grazie agli interventi delle proprie Banche Centrali .
La Delatte prosegue con la minaccia dell’inflazione ed evocando gli anni ’70 ma dimenticandosi di far presente il ruolo avuto all’epoca dall’esplosione del prezzo del petrolio. Anche in questo caso, l’esempio dei quattro Paesi di cui sopra dimostra che è perfettamente possibile svalutare e monetizzare senza provocare un cataclisma inflazionistico : i loro tassi non sono più alti che quelli della zona euro.
Citare poi il caso della monetizzazione della Germania degli anni ’20 è un esercizio di disonestà, mentre il caso britannico mostra che essa è possibile e su larga scala (375 miliardi in 5 anni) senza una pesante sbandata inflazionistica .
È un’argomentazione che richiama quella di Henri Weber, del PS – già corretta da Jacques Sapir ; Weber predice una catastrofe in caso di fine della moneta unica. Il problema è che quello che lorsignori prevedono si è realmente già verificato… sì, ma nei Paesi che sono rimasti nell’euro . Nessuno di loro ha difatti il coraggio di citare i numerosi esempi esistenti di fine di unioni monetarie che sono lì a dimostrare l’esatto contrario di quanto sostenuto dai catastrofisti . L ’euro è una palla al piede e non un salvagente .
La paura (ingiustificata) del debito
Ecco un altra tecnica “classica” dei difensori della moneta unica: preallarmarci per le conseguenze’ sul nostro debito in caso di svalutazione. Tralasciando il fatto che quando è avvenuto il passaggio all’euro le conversioni non hanno creato alcun problema… la Delatte omette anche di dire, prima di tutto di dire, che oltre il 90% del debito pubblico francese è di “diritto francese” e quindi – stante la lex monetae – in caso di ritorno al franco non subirebbe il minimo incremento, come ben spiegano i giornalisti de l’Expansion e dell’Express nel loro libro e come aveva già fatto presente Jonathan Tepper nella sua partecipazione al premio Wolfson . Quanta disonestà anche nel dire che: “il debito privato estero delle famiglie e delle imprese francesi è pari 150% del PIL della Francia ”. Il volume indicato è la somma totale e solo una piccola parte è in valuta estera.
L ’argomento che non esiste
Ma la cosa più sconvolgente è la soluzione proposta da questa “patita dell’euro”: “creare, da ultimo, quell’unione nei bilanci e nel fisco che permetterà di procedere a quegli aggiustamenti che il tasso di cambio fisso non permette ” e “mettere in comune i debiti pubblici”. Per prima cosa, è necessario ricordarle che dopo 70 anni di unificazione politica, la Repubblica Ceca e quella di Slovacchia quando si sono separate hanno avuto bisogno di ritornare a delle monete nazionali : ma sia chiaro: non funzionerebbe nemmeno tale soluzione.
Secondo, è ridicolo pensare che la Germania – con il proprio assetto demografico – possa accettare una simile unione. Un’unione che, stando alle stime di Sapir e di Artus, potrebbe costarle ogni anno dal 4 al 10% del proprio PIL. Non a caso, nel 2010 Angela Merkel ha detto che le obbligazioni in euro non si faranno mai finché lei vive .
Morale: fra un’argomentazione debole e che ignora la realtà storica e la volontà di spaventare usando menzogne ed affermazioni totalmente irrealiste, Anne-Laure Delatte non è più convincente di quell’Henri Weber recentemente corretto da Jacques Sapir .
L’euro ha i sostenitori che si merita…
Traduzione per EFFEDIEFFE.com a cura di Massimo Frulla