di Luigi Altea – 4 febbraio 2018
Giorgia Meloni ha ingaggiato con Berlusconi e con Salvini una gara a chi arriva premier.
All’ex cavaliere, che la vorrebbe ministra dell’Interno, ha risposto un po’ stizzita: “Al Viminale non ci penso proprio, io sono candidata per Palazzo Chigi.”
Un tempo era solo la mascotte del governo, tenuta al guinzaglio da Gianfranco Fini che non era disposto a transigere sulla disciplina, degli altri.
Oggi, invece, è scatenata, irrefrenabile, e pare non porsi alcun limite.
Come se, oltre ad essere la leader dei Fratelli d’Italia, si sentisse di rappresentare anche le Sorelle Bandiera, i Cugini di campagna e i Cognati di Tulliani.
Si atteggia a leader nazionale, mentre più modestamente raccoglie soltanto i cascami di un passato che fatica a passare…
E’ il piccolo faro dei reduci e dei transfughi di organizzazioni e di apparati, dispersi ma pervicaci, tutti rigorosamente di conio fascista.
Quando alla TV parla di salari, di pensioni e di diritti dei lavoratori, sembra di ascoltare Maurizio Landini…
Ecco di ritorno Democrazia Proletaria, esclamerebbe un telespettatore distratto…
Se però si parla di stranieri, d’immigrati, di musulmani, di gay o di lesbiche…Giorgia Meloni improvvisamente palesa la sua principale colpa: quella di essere se stessa!
Il suo volto biancastro diventa paonazzo, la sua faccia ovale si arrotonda, e si contorce in un grumo di nervi, i muscoli del suo collo s’ingrossano, gli occhi belli e porcini sembrano uscirle dalle orbite.
Ed appare evidente l’inutile sforzo dell’esofago, di trattenere la bile e gli acidi, che rimontano fino al rigurgito nero.
Che nero!
Ed è a quel punto che sorge il sospetto che ad ispirarla, direttamente da Predappio, sia ancora e sempre lo Spirito del Duce.
Ebbene, per quanto appaia incredibile, la Sinistra italiana oggi lotta per arrivare almeno un po’ sopra questa destra…
La lista di Liberi e Uguali si batte per sopravanzare i Fratelli d’Italia e i nipoti di Benito…
Ogni giorno guardo i sondaggi con molta più apprensione di quando guardo la classifica del Cagliari…
E tuttavia non bisogna mai cedere!
La battaglia va condotta fino all’ultimo minuto, dell’ultimo giorno.
Pericoloso sarebbe scoraggiarsi quando il sondaggio scende.
Ma addirittura disastroso sarebbe esaltarsi quando sale.
E molto meglio non dimeticare che il sondaggio è come la minigonna.
Quando si alza fa molto sognare, ma nasconde sempre l’essenziale…