La piazza del 5 e quella del 6

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
La piazza del 5 e quella del 6
Quella di ieri, in una Roma bella, assolata e accogliente com’è suo solito, è stata sì la marcia contro il riarmo e per il welfare, ma tanto più e proprio per questo non è stata una piazza irenica o genericamente coreografica. Al contrario, si è schierata contro il governo, ed è stata una manifestazione di opposizione contro le scelte politiche folli compiute in Italia e in Europa in questi mesi. È stato per questo, è stato perché si è trattato di un’effettiva iniziativa di contrasto al governo che la stampa mainstream (una volta si diceva borghese) l’ha ignorata e relegata nelle pagine centrali, sia nei giorni precedenti sia a cosa avvenuta. Anzi, Repubblica ha pure lavorato alla dissuasione, come se fosse (come se fosse?) un’organo dell’esecutivo.
Per questo, proprio perché si è trattato di una riuscitissima iniziativa di opposizione, non si capisce perché sia toccato al PD, ai suoi sindaci, il compito di rispondere alla piazza di Roma con un’altra piazza “europea”, dopo quella del 15 marzo. Perché? Lasciatelo fare al governo, no? La manifestazione di oggi a Bologna era stata addirittura prevista per il 5 aprile stesso, in concomitanza, certo in segno di sfida con il corteo indetto dal Movimento. È stata spostata a oggi per una serie di ragionamenti che non voglio nemmeno sapere, con l’effetto palese di proporsi come la piazza “europea” (e dunque, per associazione, del riarmo à la VDL) contro quella di opposizione di Roma, convocata dai 5stelle ma partecipata da tutta la sinistra critica. Poi dice: ma perché la posizione del PD non viene mai capita, perché suscita dubbi e confusione, perché è respingente? Non lo so, ditemelo voi.
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