La politica e la maschera. Audio ‘rubati’ e dirette facebook

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Ricordate il famoso audio ‘rubato’ (o forse ‘autorubato’) a Renzi durante un suo intervento svolto in una scuola di formazione? Quello in cui diceva che Gentiloni stava lavorando di soppiatto per mandare all’aria la trattativa di governo dei 5stelle? Oggi, a conti fatti, con lo stesso Gentiloni commissario europeo agli affari economici, non vi pare quella di Renzi una vera e propria ‘finzione’ borgesiana? La realtà ci dice oggi che Gentiloni lavorava (eccome!) per l’accordo, mentre Renzi probabilmente tentava solo di salvare la propria rappresentanza parlamentare dalla Cambogia di nuove elezioni. La politica è anche gioco di specchi, buono senz’altro per le allodole e le gazze. Tanto più essa degenera in personalizzazione e mediatizzazione, tanto più le parole valgono per quel che valgono, spesso il contrario esatto di quel che dicono. Tant’è vero che si organizzano scissioni, ma gli scissionisti sarebbero stati altri. Si vuole l’accordo coi 5stelle, ma si lavora di soppiatto per imporgli una scadenza ad personam. Si parla del partito ma si agisce, in realtà, sul piano del proprio parallelo movimento macroniano.

In questo Renzi è maestro. “Cane morto” forse, ma maestro. Espressione di una esemplarità. Figlio di un’epoca in cui la maschera non copre più il volto ma lo sostituisce. Un po’ come quella di cera, secoli or sono, che veniva sepolta nei fasti al posto del titolare (imperatore o re). Anche oggi non sai se quel manichino che sbraita in piazza o dinanzi al proprio clan abbia un’anima, o sia solo un effige oppure uno dei tanti profili social. Uno, nessuno, centomila. Ma di politica fatta di mere sembianze ne abbiamo sin troppo. È la stessa politica che riduce le persone a cose, per lasciarle soffrire fuori dai porti oppure preda della precarietà e della flessibilità spacciate per ‘occupazione’. Ritornare all’umanità non vuol dire solo mutare i nostri sentimenti, far prevalere la solidarietà e la prossimità, quanto tornare ad affidarsi alle donne e agli uomini in carne e ossa. Pieni di contraddizioni ma reali. Fuori dalle finzioni. Fuori dagli audio rubati e dalle livorose dirette facebook. Un altro compito della sinistra, questo. Una politica di persone per le persone, non di potenti sulle nude vite. Ce la faremo? E perché no?

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