‘La sinistra esiste in natura’ – verità o illusione

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

di Fausto Anderlini 1 marzo 2019

E nella notte si palesò una strana sinistra, autoconvocata e non ben identificata…..

Oltre allo spettacolare tracollo del M5S e alla prevista avanzata della destra le elezioni di Abruzzo e Sardegna hanno messo in mostra un aspetto che fra tutti è certamente il più sorprendente. L’esistenza elettorale della sinistra, tornata a rappresentare un terzo dell’elettorato attivo dopo che il 4 Marzo si era ridotta a una agonica minoranza che arrivava a stento a un quinto dei votanti. I dati di flusso dimostrano che è finita l’emmoragia verso l’astensione e altre liste e che ci sono ritorni cospicui provenienti dal M5S.

Questo processo è veramente strano, perchè per un anno intero i soggetti politici appartenenti a quel campo non hanno prodotto alcuna politica, nè di indirizzo nè di riorganizzazione. Il Pd si è perso in un congresso surreale e in ogni genere di diatriba. La stessa lentissima emersione di Zingaretti come front runner resta circonfusa di vaghezza e le primarie in programma si annunciano dimesse come mai. Se poi si considera che fra i portavoce televisivi del Pd i più assidui sono stati tali Fiano e Marcucci oltre a una pletora di dichiaranti a proprio nome è veramente incredibile come il Pd sia stato premiato da sussulti positivi. Nè, come sappiamo, le cose sono procedute meglio, sul lato della sinistra extra-Pd. Leu è rapidamente implosa e ognuna delle componenti vaga da quasi un anno alla ricerca di un approdo.

Sebbene è vero che il rendimento televisivo di Bersani resta notevole ed è addirittura cresciuto, come non manca mai di far notare la carissima Chiara Geloni. Però in quanto apprezzato ed empatico commentatore piuttosto che come leader politico. Cosa che vale anche per D’Alema le cui conferenze e interviste sono più che mai recepite per la loro adamantina precisione analitica. Sortendo però come unico effetto politico concreto le vibranti inalberature di Giacchetti e gli imbarazzi di Zingaretti (Martina non pervenuto). In effetti l’unica potenza esibitasi in questo annus horribilis, a parte la recente manifestazione sindacale, è stata la vis autoriflessiva della sinistra post-comunista: analitica, appassionata, letteraria e teatrale. Del resto questo aspetto non è mai stato in discussione: nessuno sa parlare e scrivere come noi. Nel mentre Renzi, per contro, si è sforzato di seguire le orme televisive di Sgarbi e Montanari, ma con un esito così modesto da segnarne plasticamente l’ormai acquisita inconsistenza.

Cionondimeno gli elettori si sono mobilitati, motu proprio, senza neanche rispondere a un appello. Uscendo dal bosco dove s’erano dispersi per aggregarsi in un campo composito fatto di liste di partito, civiche, liste di candidati e personalità locali. Una sinistra, o un centro-sinistra, comunque qualcosa di riconoscibile in tal senso, non meglio identificati. Senza partiti egemoni, senza capi politici, senza una infrastruttura organizzativa dotata di peso. Senza un programma strategico se non di opporsi alla deriva di destra. Si direbbe una ‘sinistra plurale’ largamente spontanea e casuale, in fondo neppure consapevole d’essere un esperimento. Cioè che non sa di esserlo e perciò evitando di cadere nella stupida autoagiografia della cd. Gauche plurielle. Sorretta solo da un empito di vitalità, nel senso di voler testimoniare l’esistenza di una forma di vita.

Come a realizzare, dimostrandone la validità, una delle più lapidarie massime bersaniane, quella secondo cui, comunque vada, la ‘sinistra esiste in natura’.

Ma anche a verificare – e questo lo dico a mia gloria – il ritorno del camelloporco, l’animale mutante della transizione che avevo preconizzato come spontanea ricomposizione e persistenza di residui politici e sociali. Sgraziato e malformato, di incerta catalogazione zoomorfica, ma resistente e vitale. Sopravvivente. E che adesso, dopo che era stato dato per morto se non inesistente, pare sortito dai boschi del Gran Sasso e della Barbagia. Come un Quetzalcoatl silvano….

Mentre guadagno mesto come mai e pervaso da orribili presagi esistenziali la mia branda mi vien quasi da pensare a un sillogismo spontaneistico, fatalista e iperdeterministico che solo fino a ieri consideravo un’eresia. Se è vero che ‘la sinistra esiste in natura’ perchè non lasciare che la natura segua il suo corso?

-.-.-.-

Ps: La consueta e acuta capacità di capire i mutamenti della società italiana e la realtà del mondo politico di Fausto Anderlini (l’analista politico preferito con Alfredo Morganti​ di Renato Elese) che raggiunge l’apice quando spiega il fiasco teatrale dei 5S https://www.nuovatlantide.org/il-tracollo-dei-5s-e-un-clamoroso-fiasco-teatrale/ viene annebbiata dalla nostalgia della sinistra dei nostri anni giovanili.

Il centrosinistra ha terminato il proprio compito storico con un fallimento senza possibilità di rinascita. Gli stessi Bersani e Massimo D’Alema, che che sono stati gli esponenti politici migliori della nostra generazione, sono – sconfitti, ai margini di fatto della politica attuale.

Il Pd è ridotto a esaudire al massimo interessi di lobby, se non a mera ambizione personale. Le elezioni in Sardegna sono poco rappresentative dell’italia di oggi perchè l’isola è la regione meno sensibile alle sciocchezze di Matteo Salvini e il candidato di centrosinistra Massimo Zedda (sindaco di Cagliari) era più popolare del candidato di destra, che tuttavia ha vinto nettamente.

Le speranze su Zingaretti sono prive di fondamenta, si capiva già da giovane che il presidente della regione Lazio avrebbe fatto carriera, si è limitato negli ultimi anni a sistemarsi e ad aspettare il tramonto delle falangi renziane.

Zingaretti è una via di mezzo tra Piero Fassino (più magro) e Goffredo Bettini (più grasso) due ex comunisti da non rimpiangere.

La generazione degli Speranza, Fratoianni, Orlando sono un incubo che probabilmente ci siamo meritati per aver prolungato l’adolescenza romantica sino alla nostra età decrepita, mentre la sinistra ha dimenticato i valori essenziali delle origini a partire dall’uguaglianza e ha caricato sulle proprie navi troppa zavorra.

(gian franco ferraris)

ps

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