di Fabio Belli 12 novembre 2018
Quando le fonti d’informazione tradizionali ed on line pubblicano fatti e notizie, ricorrono sempre più frequentemente a citazioni di dati autorevoli sotto forma di report, osservatori e grafici per dare manforte alla tesi di un articolo.
Sovente nei titoli e nei testi vengono menzionati parametri numerici mediante stralci o sintesi della fonte di rilevazione, ma non sempre sono disponibili i collegamenti per approfondimenti e verifiche.
Pertanto può accadere che, in un susseguirsi di contenuti divulgati per orientare l’opinione pubblica, ci si possa imbattere in situazioni aventi come comune denominatore la discordanza tra l’asserzione dell’articolo e la complessiva oggettività dei dati di riferimento.
Il risultato però non è così semplice da raggiungere, serve quantomeno la volontà di verificare mediante un esercizio di accurata ricerca, approfondimento ed analisi.
Di seguito tre esempi del recente panorama di attualità su tre tematiche distinte.
Il primo riguarda il lavoro e l’occupazione.
Diverse testate giornalistiche e profili social di esponenti politici dell’attuale minoranza, avevano attribuito all’operato dell’attuale governo un aumento del trend di disoccupazione nel mese di settembre (1) sulla base di un comunicato stampa dell’Istat che specificava le variazioni nel breve e medio periodo per quanto riguarda occupati e disoccupati.
Sebbene il testo riportasse all’inizio che “la stima degli occupati a settembre 2018 torna a calare leggermente (-0,1% su base mensile, pari a -34 mila unità)”, la lettura completa della pubblicazione dell’Istituto di Statistica non forniva un quadro peggiorativo per le tematiche in oggetto.
Infatti riportava: “L’andamento discontinuo dell’occupazione negli ultimi mesi determina [..] una sostanziale stabilità rispetto al trimestre precedente”. E ancora “Nell’arco del trimestre alla sostanziale stabilità degli occupati si accompagna un forte calo dei disoccupati (-6,5%, pari a -180 mila) e un aumento degli inattivi (+1,0%, +126 mila)”(2).
Pertanto, a prescindere dal fatto che le attribuzioni causa-effetto potevano essere opinabili, appariva quantomai sospetto l’intento divulgativo dei contestatori visto il clamore per alcuni indici e la trascuratezza per altri che avrebbero contraddetto o sminuito i toni della loro tesi.
Il secondo esempio riguarda l’informazione televisiva e stavolta in prima linea troviamo alcuni parlamentari dell’attuale maggioranza di governo che a metà ottobre si lamentavano per aver ricevuto nei telegiornali nazionali una visibilità marginale rispetto agli esponenti dei partiti di opposizione corredando i loro testi con grafici confezionati ad arte (3) come nel precedente caso.
La fonte usata come appiglio era un rapporto mensile dell’Agcom relativo al mese di settembre nel quale venivano conteggiate dettagliatamente le presenze nei notiziari dei vari soggetti con distinzione fra politici ed istituzionali (4).
I valori numerici delle percentuali estrapolati dal rapporto comprendevano solo quelli relativi ai rappresentanti di area politica, ma se fossero stati sommati con quelli della tabella successiva dove erano riportate le cariche di governo e ministri si sarebbe ottenuta in ogni caso una quota congrua alla rappresentatività del consenso nazionale della maggioranza.
Ma è molto più semplice accodarsi al sensazionalismo che verificare i dati, pertanto i post virali hanno girato indisturbati sui social e in rete, senza dare la possibilità di poter confutare i numeri riportati vista la citazione generica della fonte.
L’ultimo caso è quello più recente cronologicamente e riguarda l’immigrazione, nello specifico il triste evento delle morti in mare.
Molti siti on line ne hanno riportato la notizia ed all’unisono hanno ripetuto le enunciazioni mediante toni allarmistici (5).
Duemila morti dall’inizio del 2018 sono una cifra che suscita orrore e indignazione e il problema sarebbe grave anche in presenza di un numero di vittime conteggiato con le dita di una sola mano.
Ma dall’analisi dell’OIM (Organizzazione Mondiale per le Migrazioni) (6) che tutti gli organi di informazione hanno preso come riferimento, si evince un dato molto interessante: il numero dei decessi nel mare Mediterraneo costituisce il valore più basso degli ultimi cinque anni.
Di fatto la notizia è stata veicolata omettendo anche la connessione ipertestuale alla stessa rilevazione, ma nessun articolo ha messo in risalto un parametro significativo e inequivocabilmente positivo.
Gli esempi sopra menzionati, che probabilmente non costituiscono un’eccezione nel complesso divulgativo, confermano che i dati pubblicati con obiettività ed autorevolezza spesso sono preda di facili manipolazioni. Sarebbe opportuno che i principali canali informativi, forti del loro potere di visibilità, si limitassero a segnalarne la presenza per incoraggiarne la fruizione e scongiurarne l’isolamento, l’abbandono e l’oblio nei meandri della rete.
Viene il dubbio che l’obiettivo dei media e di chi fa informazione, al di la del comprensibile intento propagandistico di chi persegue i propri interessi politici, non sia quello di accrescere la conoscenza del pubblico fornendo gli strumenti necessari per consentire il proliferare di un pensiero critico costituito da distinti punti di vista.
Ma al contrario sembra che i contenuti oggettivi di qualsiasi materia, vengano utilizzati a scopo mistificatorio, fungendo più da strumento per uniformare opinioni preconfezionate piuttosto che da validi elementi di riflessione ed analisi.
(1)https://quifinanza.it/lavoro/lavoro-settembre-nero-sale-la-disoccupazione-crollo-dei-contratti-stabili/235284/
(2)https://www.istat.it/it/archivio/223117
(3)https://www.agcom.it/documents/10179/12467653/Dati+monitoraggio+12-10-2018/4a14997e-cfc4-4655-ac06-a3a913f40751?version=1.0
(4)https://www.facebook.com/gianluigi.paragone/photos/a.346894215359508/1838439516204963/?type=3&__tn__=-R
(5)https://news.google.com/stories/CAAqSQgKIkNDQklTTERvSmMzUnZjbmt0TXpZd1NoOGFIV1JyVGxaTlVsUXpaalExYTBOV1RVSmpZbVJxYkdveU5rRm9iMDVOS0FBUAE?q=morti+in+mare+2018&lr=Italian&sa=X&ved=0ahUKEwjUpMm1v8neAhWnyIUKHaNUAvkQqgIIKjAA&hl=it&gl=IT&ceid=IT:it
(6) http://missingmigrants.iom.int/region/mediterranean